Bambini digitali e genitori di...sinformati

educazione genitorialità consapevole Apr 19, 2018

Dal 1990, agli albori del W3 (WWW/TheProject), la tecnologia ha fatto passi da gigante. Lo sviluppo digitale è stato davvero incredibile. Vi è stata una vera e propria rivoluzione nel modo in cui comunichiamo. La più epocale dai tempi dell'introduzione della stampa a caratteri mobili.

Anche se molti credevano che tutto ciò fosse un fenomeno passeggero (addirittura molti “esperti” di marketing lo credono ancora!) e taluni pensano che siamo all’apice di questa evoluzione… la realtà è ben diversa: la tecnologia è oggi una parte integrante delle nostre vite e lo sarà sempre di più in futuro… e quel che abbiamo visto sinora non è nient’altro che la punta dell’iceberg. La tecnologia si sta sviluppando a una velocità impressionante e nei prossimi anni verremo investiti da un vero e proprio tsunami tecnologico!

In questo post volevo però parlare di un problema molto attuale e su cui dobbiamo portare il nostro sguardo… ovvero, la nostra relazione con la tecnologia.

Ad esempio, oggi noi dovremmo usare la tecnologia, ma molto spesso è la tecnologia che usa noi! Il sistema dovrebbe essere al nostro servizio, quando invece ne siamo schiavi, e questa situazione ha delle ripercussioni molto negative sui giovani, e anche sui meno giovani.

Oggi sappiamo che la tecnologia può creare una fortissima dipendenza, alla stregua di alcol, droga, pornografia, ludopatia. Però, pare che per il momento nessuno si fermi a ragionare sulla questione… tutti troppo impegnati con il proprio smartphone, forse.

In questo modo… siamo arrivati a co-creare una società dove non sappiamo più come relazionarci positivamente con noi stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda.

Basta guardarci attorno… la maggior parte delle persone è letteralmente ipnotizzata dal proprio telefono. Non riusciamo a stare un giorno senza smartphone (ma che dico… un giorno… neanche un’ora!). Controlliamo il telefono centinaia di volte al giorno (mediamente, più di cento volte), in modo ossessivo. Dormiamo con il nostro telefono. Insomma, è diventato un compagno inseparabile, che domina la nostra vita in una relazione altamente disfunzionale.

Questo per quanto concerne l’adulto, e per i giovanissimi è ancora peggio in quanto sono esposti a una miriade di pericoli che la maggior parte degli adulti neanche immaginano.

A tal proposito, credo che sul tema manchi un'adeguata informazione e che ci sia (come in parecchi altri ambiti) molta inconsapevolezza. In fondo, è un fenomeno relativamente nuovo… e seppure ci adattiamo molto velocemente alle novità (beh, direi che ci siamo adattati molto in fretta!) siamo anche molto imprudenti.

Tant’è che molti genitori utilizzano la tecnologia per distrarre i bambini piccoli, o comunque per avere dei momenti di tranquillità… Addirittura, bambini nella fascia di età 0-2 anni. Chi lascia il piccolo davanti a uno schermo per 15 minuti, chi per un'ora, chi un'ora e mezza...

Ora… tutto questo è pazzesco secondo me, in quanto trattasi di un comportamento scriteriato che danneggia gravemente i bimbi… alla stregua di lasciarli dalle tre alle cinque ore davanti alla televisione tutti i giorni (dati confermati dalle più recenti statistiche).

Sia ben chiaro, qui non sto demonizzando la tecnologia. Anzi, per quanto mi riguarda io credo sia uno strumento favoloso con cui possiamo fare moltissimo; sto solo dicendo che non deve essere utilizzata come sostituto della propria presenza e che non è per niente adatta ai bambini sotto una certa età: zero sotto i due anni.

Per quanto riguarda i ragazzi più grandicelli, non sono favorevole ai divieti o limiti assurdi che taluni vorrebbero imporre nelle scuole et cetera, ma credo piuttosto che sia fondamentale supportare i ragazzi sul come relazionarsi con la tecnologia. Ma anche qui… chi insegna ai giovani come relazionarsi con la tecnologia? Docenti che di tecnologia non sanno nulla e che appartengono alle fila dei primitivi digitali (ammettiamolo: oggi già alle elementari ne sanno di più i ragazzi)? Oppure quei genitori che passano quasi più tempo dei figli chinati su uno schermo?

Purtroppo, v'è da dire che le nuove generazioni non hanno dei solidi punti di riferimento e se continuiamo a deprivare i ragazzi del loro tempo libero, della loro creatività, della loro vitalità  imponendo la nostra volontà di adulti su di loro e orchestrando le loro vite, allora sì che rischieranno di affogare nella dipendenza, o peggio.

Qui un servizio che ho visto ieri… e che dipinge forse dei casi estremi… ma neanche troppo:

Personalmente, trovo altamente diseducativo e pericoloso (le conseguenze sono/saranno disastrose su tutti i livelli: fisico, emotivo, mentale, spirituale) rifilare uno tablet in mano a dei bambini per ore e ore per ottenere la “pace totale” in casa (come dice la signora nel video) o trasformare dei bambini in blogger che non escono neanche più di casa per guadagnarci sopra (ma non è reato?). 

I bambini sono come creta nelle mani degli adulti e personalmente considero tutto questo un grave abuso che avrà delle nefaste conseguenze non solo sul singolo individuo, ma sull’intera società.

Non vi sono ancora ricerche a lungo termine, essendo un fenomeno relativamente “giovane” ma, come detto, già sappiamo che la tecnologia può creare una fortissima dipendenza. E questo, va ricordato, non è un problema da imputarsi allo strumento, ma piuttosto all'utilizzo che una persona ne fa... e qui il problema è piuttosto legato all'affetto e l'amore che una persona riceve nella sua vita.

Se un bambino, per un motivo o per l'altro, non si sente accettato e amato dentro di sé si formerà un vuoto, che in qualche modo verrà riempito. Se costretto in casa cosa farà questo bambino? Che alternative ha all'isolamento se non la tecnologia? In questo frangente, il solo fatto di “abbandonare” i bambini piccoli (e meno piccini) davanti a uno schermo è come lasciare le chiavi di un bar a un alcolizzato o quelle di una farmacia a un drogato (qualora il bambino è invece amato incondizionatamente e gode di autonomia/libertà non dovrebbero esserci problemi di sorta. I bambini e i ragazzi sanno auto-regolarsi benissimo, basta che gli venga permesso di farlo).

Diciamocelo chiaramente, già le conseguenze di un'"educazione forzata" (intendo l'educazione all'obbedienza) non sono per niente brillanti in termini di realizzazione personale, figuriamoci quelle di una “educazione digitale forzata” di questo genere.

Ma in fondo non vi è da meravigliarsi di questa nostra società "moderna" dove, come ha evidenziatola psicoterapeuta e saggista Alice Miller, “picchiare un adulto viene considerata una tortura, mentre picchiare un bambino passa per misura educativa.”

È proprio qui che dobbiamo cambiare: a livello educativo.

Dobbiamo imparare nuovamente a relazionarci positivamente con noi stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda (tecnologia compresa) e supportare i nostri figli a fare altrettanto.

Serve più informazione.

Serve più impegno.

Serve più consapevolezza.

Serve la volontà di assumersi le responsabilità che il proprio ruolo di genitore comporta.

Serve una genitorialità consapevole.

 

La società moderna non insegna ai bambini a pensare... ma a cosa pensare! Il risultato lo si può vedere a occhio nudo. L'intento di questo libro è dunque quello di spiegare, in modo semplice e facilmente comprensibile i meccanismi del pensiero e condividere delle efficaci strategie e tecniche per poter utilizzare al meglio questo favoloso strumento; contribuendo così al percorso evolutivo del lettore verso la realizzazione del sogno che porta nel cuore: della propria immagine divina. È dedicato ai Millennials, ai bambini di ogni età… e ovviamente a tutti i genitori, che sono invitati a insegnare l'arte di pensare bene ai loro figli (leggi l'estratto del libro su questo link).

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