Bambini: sull’esistenza di Babbo Natale

educazione genitorialità consapevole psicologia Dec 14, 2018

Siamo a Dicembre e visto che i miei temi principali sono educazione e leadership e parlo spesso dell'arte di vivere fra le immagini mentali, in questo periodo molti mi hanno chiesto cosa ne penso dell’esistenza di Babbo Natale per i bambini.

Esiste o non esiste?

Molti sono un po’ combattuti su questo aspetto. Insomma, Babbo Natale non è un personaggio reale… dicono in tanti, e parecchie persone riferiscono di aver vissuto questa "bugia" come un tradimento quando hanno saputo che non esiste…

“I miei genitori mi hanno mentito per tutto questo tempo”, sembra essere il pensiero di fondo (“e dunque chissà su quante altre cose mi hanno mentito…”).

D’altro canto, non permettere ai bambini di credere a Babbo Natale (perlomeno se rimaniamo entro i confini della cultura e delle tradizioni alle nostre latitudini) è un po’ come togliere loro la possibilità di fantasticare, di vivere in quel mondo fatato che li contraddistingue… e dare loro uno spintone verso il mondo degli adulti… quel mondo grigio, dove la magia non esiste più.

Non c’è dubbio: è un bel dilemma.

A tal proposito, credo vi siano alcune semplici considerazioni da fare. Anzitutto, va detto che la figura di Babbo Natale è ben radicata nell’immaginario collettivo ma nel corso dei secoli tutto questo è stato riproposto in chiave pubblicitaria e consumistica, e l’enfasi è posta sull’aspetto materialistico dello scambio di doni, piuttosto che sullo Spirito del Natale.

Sin da ragazzino, trovo molto interessante osservare le persone durante l'ultimo mese dell'anno. Sembrano tutti arrabbiati, non è vero? Tutti sotto stress. Tutti di fretta per acquistare i regali. E poi, cene e aperitivi dappertutto. E che sia la sera della vigilia, o il 25 di Dicembre… ci si abbuffa come se non ci fosse un domani, e nella maggior parte dei casi ci si appisola poi sul divano…

Ma la magia dov’è finita?

Non sto parlando degli aspetti religiosi. Ma piuttosto dei valori che possiamo trasmettere ai nostri figli (con il nostro esempio), e di come affrontare le Festività in modo diverso e più consapevole.

Per quanto riguarda Babbo Natale perché non puntare più che altro sull’immaginazione e sulla magia del Natale? Sullo stare insieme e su valori elevati, evitando l’aspetto puramente commerciale e altre sfaccettature che sono più legate alle religioni.

Oggi l’immaginazione viene da molti considerata una funzione falsa, che non corrisponde alla realtà, e quasi mitica. Eppure, ricopre un ruolo chiave, di vitale importanza ed è sempre stata usata nella storia dell’Umanità per esplorare altre realtà.

E forse è proprio questo il punto. Ovvero, non mischiare le cose.

Babbo Natale non deve trasformarsi in una persona in carne e ossa vestita di rosso con la pancia finta. La nostra realtà di “miscredenti” non deve invadere l’immaginazione che contraddistingue la realtà infantile e il mondo dei bambini.

Le fiabe, le favole, i racconti fantastici sono molto importanti per i bambini. Babbo Natale non si deve dunque “incarnare” ma è importante che rimanga avvolto da quell’aura di mistero che contribuisce a rendere il tutto magico. La nostra immaginazione non ha limiti, e con essa possiamo creare molti mondi. Uno fra questi, è anche quello del Natale.

Per questo, anche se magari la pensiamo diversamente da quel che professano molte religioni e non siamo granché inclini al consumismo sfrenato possiamo anche decidere di non perderci nessuna Festività, e di festeggiarle tutte a modo nostro. Babbo Natale rimane dunque un personaggio folcloristico che vive nell’immaginazione, e potrà anche viverci per sempre. Non sono rari i casi di persone adulte che riferiscono di crederci ancora, a Babbo Natale e ricordano la loro infanzia con tenerezza. Il punto è proprio questo, che noi tutti possiamo credere a ciò che vogliamo e se da bambini non siamo stati ingannati o manipolati in qualche modo non arriveremo mai a vivere qualcosa come un tradimento.

Per questo, credo sia molto importante focalizzarsi sull’aspetto magico e sull’immaginazione, e entrare insieme ai nostri figli nel mondo fatato del Natale, cogliendone (e forse riscoprendone, potremmo dire) e trasmettendone lo Spirito, piuttosto che impantanarci nell’aspetto commerciale, religioso o sin troppo “reale” come purtroppo è spesso nostra consuetudine fare.

Dunque, sì, Babbo Natale esiste… ma non è una persona fisica. Esiste nell’immaginazione, e non in quella che certi adulti ritengono essere l’unica realtà possibile… ma in un’altra dimensione… una dimensione invisibile, fantastica, favolosa… fiabesca.

Io credo che dobbiamo riportare la Sacralità in Terra, e uno strumento molto importante per fare questo, è anche il saper fare fiaba. Ne scrive molto bene Paola Biato nel suo libro Tarocchi fiabeschi e psicofiaba: “La Psicofiaba nasce dall’unione di due parole/radici: psiche (anima) e fiaba (fabulare, raccontare) e rappresenta una nuova creazione, un figlio/seme, che è più della somma delle singole parti. Il suono e il senso originario è: “Racconti dell’anima”, per l’anima. La psicofiaba è un regno intermedio, una terra di mezzo, tra il conscio e l’inconscio, tra il sogno e la veglia, tra realtà e immaginazione, tra materia e spirito, uno stato di coscienza onirico, poetico, creativo, intuitivo. In questa dimensione, la fiaba riconquista dignità e ritorna a essere lo strumento psico-magico che era nell’antichità, presso tutti i popoli, presso tutte le tradizioni. Uno strumento per la trasmissione di conoscenze, di guarigione, di trasformazione, di passaggio, di individuazione, di ricordo di sé. La psicofiaba risveglia l’arte del racconto, dell’invenzione e dell’udire. FARE FIABA È FARE ANIMA. Fare fiabe è uno stato meditativo, per chi narra e per chi ascolta. È un viaggio interattivo, di ascolto profondo delle immagini e delle parole dell’anima. Fare fiabe è ritornare alla sorgente dell’immaginazione, Fare fiabe è ricordarci chi siamo. Questa è la possibilità che le storie ci offrono. Un viaggio e un percorso di “Reminiscenza”.

(…)

“Attraverso i nostri racconti, descriviamo gli eventi e creiamo la nostra storia e la nostra identità. Già al momento del concepimento riceviamo informazioni, incarichi, destini, dai nostri antenati. Veniamo programmati attraverso immagini e racconti, e creiamo il nostro copione di vita, che se vissuto inconsapevolmente può portarci a vivere esperienza frustranti e infelici.”

Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale.
Al tuo nemico, perdono.
Al tuo avversario, tolleranza.
A un amico, il tuo cuore.
A un cliente, il servizio.
A tutti, la carità.
A ogni bambino, un buon esempio.
A te stesso, rispetto.

(Oren Arnold)

PS. se invece vuoi regalare o regalarti un libro, su questo link trovi quelli che ho scritto io. Buon Natale.

 

Iscriviti alla mia newsletter!

Subscribe to receive strategies and tactics to level up your skills, Iscriviti per ricevere strategie e tattiche per migliorare le tue abilità.