Da che punto di vista guardi il mondo?

leadership Feb 25, 2018

Jean-Jacques Rousseau ha scritto che “L’uomo nasce libero ma ovunque è in catene.”

Ma è davvero così?

Wallace Wattles non la pensava in questo modo pessimista. Egli credeva invece che l’uomo nasce in catene (genetiche, economiche, sociali) ma che ovunque, e chiunque, può diventare libero.

In effetti, non possiamo dare torto a Wattles visto che, come ha scritto, nel corso dei secoli, pensieri e idee di malattia, deformità, vecchiaia e morte sono stati immagazzinati nella memoria evolutiva della razza umana… e i nostri avi hanno assorbito idee imperfette riguardo il funzionamento dell’essere umano, e noi stessi abbiamo iniziato la nostra vita con delle impressioni inconsce di imperfezione proprie della nostra specie.

Dunque… non nasciamo proprio liberi liberi, ma quelle catene di cui entrambi gli autori parlano ce le possiamo togliere e finalmente ritrovare la libertà perduta.

Ma come?

Nel corso della mia vita ho riflettuto molto su questi argomenti, essendo il punto focale di quella ricerca che porto avanti praticamente da sempre, e la mia conclusione è che se vogliamo veramente cambiare è dall'immagine che abbiamo di noi stessi che dobbiamo partire.

Fondamentalmente, si tratta di concepire noi stessi, e l’Esistenza, e tutto ciò che proiettiamo davanti a noi in modo nuovo. In altri termini, potremmo dire che si tratta di un'evoluzione di pensiero, di rivedere tutte le teorie dell'esperienza umana e agire concretamente per cambiare i prsupposti con i quali siamo stati abituati a concepire la vita e considerare tutti gli aspetti che riguardano la nostra esperienza.

Ad esempio… pensa solo a quanto sono distorte le nostre credenze su tre tematiche molto importanti che riguardano la nostra vita: psicologia / ricchezza / salute.

Iniziamo con la psicologia.

La vecchia psicologia ha decisamente bisogno di una revisione, o di una spolverata, in quanto si è fermata al secolo scorso. Questa branca della psicologia ha studiato solo i difetti, e li ha praticamente trasformati nella “normalità”... Un po’ come studiare le macchine rotte e pensare poi di avere le conoscenze necessarie per costruire e far funzionare bene una Ferrari...

A parte questo, la visione pessimista e deterministica dell’essere umano, basata sulle premesse errate che l’uomo è esclusivamente dominato da forze inconsce, aggressive, primitive, ed è in realtà malvagio nel suo essere più intimo ha portato allo sviluppo di svariate strategie per manipolare le opinioni e le abitudini delle masse… non a un sistema che possa esaltare le potenzialità di ognuno… ma a un sistema di controllo sociale (va anche ricordato che Eddie Bernays, padrino della propaganda moderna, era il nipote di Sigmund Freud ed è stato largamente influenzato dalle teorie dello zio psicoanalista).

Ovviamente, se guardo al mondo da questo punto di vista, lo considero un luogo di perdizione, e vedo solamente le cose che nelle persone non vanno (difetti della personalità, etc.) mi comporterò di conseguenza... Pensa al padre che non si fida della figlia e impone la sua volontà controllandola in modo ferreo… questo discorso è applicabile al capo in azienda che non si fida dei dipendenti e controlla ogni loro movimento… e può essere applicato anche su scala globale.

Oppure, pensa a come gli adulti vedono ancora i bambini (sempre sulle basi della vecchia psicologia)… come una tabula rasa… come un vuoto da riempire con le nozioni della cultura dominante… e di certo questo non contribuisce alla realizzazione del potenziale umano, né favorisce la libera espressione… anzi! E questo proprio perché si parte da un punto di vista alquanto negativo.

Tutto questo porta a voler dominare e avere potere sugli altri, a volerli controllare, a imporre la propria volontà.

E ci porta verso un tema che nella nostra società è sempre molto in voga: la ricchezza.

Purtroppo, al mondo non siamo in competizione solo con noi stessi, per migliorarci… ma lo siamo con tutto e tutti. In fondo, ci viene insegnato già da bambini: dobbiamo vincere, dobbiamo battere, stracciare, calpestare l’avversario: vige la legge del più forte e gli altri devono tutti soccombere!

Nasciamo e cresciamo avvolti da un vecchio sistema economico nato da un ambiente ostile e fondato sul principio di scarsità… e siamo convinti che le risorse siano limitate e che dobbiamo competere per averle, e questo ovviamente a scapito degli altri.

In più, ci viene anche inculcato in testa che la povertà e il sacrificio sono delle offerte a Dio… Ma tutto questo è fasullo!

Certo, tutto ciò viene sostenuto da taluni… molto semplicemente… per il loro guadagno personale!

Per i loro interessi.

Ma la realtà non è questa… e al mondo vi è ricchezza per tutti… le risorse sono illimitate e sarebbe possibile produrre cibo a sufficienza per tutti, vestiti, case et cetera… ma questo ancora non accade perché il sistema mentale collettivo è stato letteralmente soggiogato… ed è necessario che le persone cambino la loro mentalità per far fiorire la nuova economia del significato, della conoscenza, e dell’abbondanza.

“Il potere creativo che è in noi ci plasma a immagine e somiglianza di ciò su cui ci concentriamo.” (Wallace Wattles)

Capito?

Per questo, se continui a dar retta ai vari messaggi che giungono dai media, a pensare alla crisi e focalizzarti su tutto ciò che non va… quel che creerai sarà un mondo che rispecchia fedelmente questo tuo modo di pensare…

E ti posso dire che è proprio così… e parlo sia per esperienza professionale che personale.

Dunque, evita nel modo più assoluto di concentrarti sulla povertà!

Sposta il tuo pensiero dalla scarsità all’abbondanza, e ricorda: finché continuerai a pensare alla scarsità non otterrai che povertà (e, nota bene: il pensiero individuale influisce sul pensiero generale). Al contrario, devi pensare a ciò che vuoi…

Crea dunque una immagine limpida e cristallina di ciò che veramente vuoi e fai tutto ciò che è per te necessario compiere e realizzare, agendo sempre con fede, determinazione e gratitudine.

Lo stesso e medesimo discorso vale per la salute.

Anche qui, avrei molti esempi da farti di persone che non pensano ad altro che alla malattia! Ne parlano sempre, dei loro mali. Si lamentano di continuo, e mai… ma proprio mai… li si sente dire che stanno bene.

Molti anziani, ma non solo, si comportano così… e questo è il risultato di una società ultra-medicalizzata. In fondo, la medicina è la scienza della malattia e non si basa sul principio della salute. Se per questo, pretende di curare i sintomi con i farmaci o altri rimedi, senza neanche prendere in considerazione altre cause fuorché quelle che rientrano nei suoi rigidi parametri.

Come si pensa, ad esempio, è un fattore decisivo, e questo storicamente è stato teorizzato e dimostrato in modo concreto da molti. Non è forse logico che se io penso tutto il giorno alla malattia… e continuo ad alimentare la mia psiche con queste immagini…  non potrò pretendere di essere una persona sana?

Al contrario, è fondamentale pensare di essere in piena salute. Fondamentale creare un'immagine di se stessi in uno stato di perfetto benessere e abituarsi a pensare a sé stessi  in questo modo. Anche in questo caso… dunque, evita nel modo più assoluto di concentrarti sulla malattia, e se per questo anche le persone (o riviste, o programmi TV, et cetera) che fissano il loro pensiero sui malanni. Pensa sempre bene, e impegnati a vivere uno stile di vita (mangiare/bere/respirare/dormire/etc.) sano e vedrai che sarai sempre in ottima forma.

In riferimento a tutte queste sfaccettature della nostra esperienza, uno dei problemi principali è che oggi siamo arrivati a considerare scientifico il risultato di un sistema di credenze che abbiamo ereditato dalle vecchie generazioni e che dentro il quale continuiamo a pensare e agire, perseverando nel creare una realtà assolutamente disfunzionale e depotenziante.

Questo è normale, perché è quello che ci hanno insegnato crescendo, e noi con spirito acritico abbiamo accolto tutto ciò come verità... Come conseguenza, pensiamo che è così che vanno le cose...

Che la vita è questa…

Che il mondo funziona così…

Che bisogna produrre, consumare, morire…

Che bisogna fare questo e quello… per essere questo e quello…

Ci sono stati inculcati in testa dei principi… e noi abbiamo iniziato a pensare e agire in base a queste idee… limitando tutte le nostre possibilità e contribuendo a co-creare una realtà di vita che non è proprio delle migliori… Beh, parliamoci chiaro: viviamo forse in un mondo dove regnano amore, armonia, abbondanza?

In un certo senso sì.

Questo mondo lo stiamo creando. Vi è infatti quel vecchio mondo in cui siamo nati e cresciuti (fondato sulla guerra, il conflitto, l’arroganza, la sete di potere, il sopruso, la povertà, et cetera) che si sta letteralmente auto-distruggendo sotto i nostri occhi… e un nuovo mondo che sta germogliando e che molto presto darà i suoi frutti.

Individualmente, è sbagliato pensare che non possiamo fare nulla. Anzi, possiamo fare tantissimo e tutto dipende dal nostro punto di vista, da come pensiamo. Infatti, la nostra condotta è il risultato diretto di come pensiamo.

Non è forse giunto il momento di togliercele quelle pesanti catene e essere finalmente liberi di essere ciò che siamo e realizzare noi stessi?

 
“Tutto è questione di punti di vista, e la disgrazia è spesso soltanto il segno di un’errata interpretazione della vita.” Henry de Montherlant

 

 

I nostri schemi di comportamento non sono predeterminati e invariabili come la psicologia di un tempo ci spingeva a credere. Cambiando il nostro modo di pensare e relazionarci con le nostre immagini mentali possiamo cambiare vita. Questo manuale spiega come.

 

Photo by Angelos Michalopoulos on unsplash
 

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