Il curriculum vitae è roba vecchia

leadership May 10, 2018

“Per cercare lavoro guarda gli annunci di giornale e invia il tuo CV.” Questo è il consiglio di molti, uffici di collocamento e vari professionisti delle risorse umane compresi…

In passato, è capitato anche a me di fare questa esperienza (decisamente logorante sotto tutti i punti di vista) e ho cercato di spiegare ai collocatori che non funziona più in questo modo… ma come usa dire… non c’è più sordo di chi non vuol sentire…

Negli ultimi vent'anni l'economia è mutata radicalmente.

Stiamo attraversando un periodo di grande cambiamento e transizione che ha reso obsoleti i vecchi modelli del passato e sta letteralmente rivoluzionando tutti gli schemi legati al consumo, alla produzione, all'occupazione.

Le forze del cambiamento e della globalizzazione stanno rimodellando tutto, compreso il modo di lavorare, il posto di lavoro, la forza lavoro e il lavoro stesso.

...e ovviamente anche i modi per trovarlo il lavoro.

O forse, sarebbe meglio dire... crearlo! Questa nuova economia ha portato con sé molta destabilizzazione, ma anche moltissime nuove opportunità... che fino a due decenni fa erano inimmaginabili.

Anche se le scuole stanno ancora inseguendo i vecchi obiettivi, legati a quell'educazione industriale che ricorda una catena di montaggio che ha lo scopo di partorire lavoratori obbedienti, a basso costo, che eseguano gli ordini alla lettera... oggi non si tratta più di aspettare di essere scelti. In più, come ha scritto il noto marketer americano Seth Godin, "Se fai un lavoro dove qualcuno ti dice esattamente cosa devi fare, quel qualcuno troverà sicuramente altre persone meno costose di te per farlo."

A tal riguardo, molti non si sono ancora resi conto che la quarta rivoluzione industriale è ufficialmente iniziata. Dopo quella agricola, industriale e dell'informazione siamo oggi nell'era dell'immaginazione, dove la creatività è considerata la qualità di leadership più importante... e per avere successo in questa nuova economia è fondamentale funzionare come degli imprenditori.

Stando alle più recenti ricerche, si stima che: nei prossimi 15 anni circa il 50% dei posti di lavoro che conosciamo sarà a rischio. Entro il 2022 non meno di 54% impiegati necessiteranno di una riqualifica professionale. È inoltre previsto che, entro il 2025 le macchine svolgeranno più compiti degli esseri umani; e come conseguenza della meccanizzazione dei processi operativi, le competenze richieste nel prossimo futuro saranno maggiormente incentrate su social intelligence e creatività.

In aggiunta, va detto che le tecniche di recruiting sono evolute... e che i curriculum vitae della vecchia era non passano facilmente attraverso i resume-scanning robots. 

E poi, non dimentichiamo che moltissime imprese da diversi anni non pubblicano più annunci a pagamento sui giornali. Perché pagare grosse somme di denaro quando offline/online vi è un folto bacino di candidati che si possono raggiungere a basso costo?

Certo, un'altra riflessione che dobbiamo fare è che in generale il compito degli uffici di collocamento è quello di collocare il cosiddetto disoccupato da qualche parte e  certamente non quello di supportarlo nel trovare un posto nel mondo alla sua specifica vocazione. Questo è il loro mandato. In relazione a ciò, anche molte agenzie che hanno un mandato dagli enti statali per trovare impiego alle persone senza lavoro devono semplicemente "riempire i buchi" al più presto possibile per far quadrare i conti e le statistiche sull'occupazione... e questo mi è stato riconfermato anche recentemente da due top manager HR di un'iportante società che lavora in questo campo e dal direttore di un altro istituto.

Dunque... questo per dire che se sei alla ricerca di un posto di lavoro non aspettarti che te lo trovi qualcun altro (e ricorda: secondo la logica industriale se non sei più che indispensabile e qualcun altro può fare il lavoro al posto tuo a un costo minore, uomo o macchina che sia, presto o tardi la sostituzione sarà una certezza. Un umile consiglio è racchiuso nelle parole di George Bernard Shaw: “La vita non consiste nel trovare te stesso. La vita consiste nel creare te stesso”).

In più, è basilare comprendere che negli ultimi anni vi è stata una vera e propria rivoluzione nel modo in cui comunichiamo… la più epocale dall’introduzione della stampa a caratteri mobili... cinquecento anni fa!

Il CV è decisamente superato. Negli USA, per citare uno sporadico esempio, si utilizza già da tempo il video curriculum… Per le aziende, guardare solo il CV per vedere se il candidato ha le competenze e esperienza necessarie oggi non è più sufficiente (e se per questo non lo era neppure ieri…). Per quanto riguarda questo argomento, va anche detto che oltre a questo, appoggiarsi solo ed esclusivamente su dei sistemi di valutazione di derivazione psicologica, come i test della personalità e simili non serve a niente. Infatti, quando si cerca di etichettare e catalogare per mezzo di questi sistemi o tipi psicologici di qualsiasi genere, si perde di vista la straordinaria unicità di ognuno. Diventa così impossibile cogliere la vocazione di una persona, quando è proprio l’atteggiamento interiore che deve essere preso adeguatamente in considerazione, piuttosto che lo storico dipinto sul CV (o i test summenzionati).

Se invece sei alla ricerca di un posto di lavoro… oltre a quanto già esposto… può certamente esserti utile questo interessante speech di David Meerman Scott sulle tecniche di marketing che puoi utilizzare:

Se invece ti servono dei suggerimenti per la stesura di un CV questo articolo può essere di tuo interesse.

PS. oggi funziona un po' così... come nel telefilm Dr. House: “Mandami il tuo curriculum. Lo metterò in cima alla pila. Che non guarderò mai!"

 

 

La 4ª Rivoluzione Industriale è ufficialmente iniziata. Questa nuova economia ha reso obsoleti i vecchi modelli del passato e sta letteralmente rivoluzionando tutti gli schemi legati al consumo, alla produzione, all’occupazione. Sinora, al fattore psicologico ed all’elemento umano sono stati fortemente prediletti gli aspetti più tecnico-finanziari del business, ed il sistema è stato messo davanti all’Uomo. Oggi però, secondo la visione dell’autore — nell’era dell’informazione, della conoscenza e del significato — è il lavoratore che porta contributo al sistema e non più il contrario come nel secolo scorso. Il sistema va dunque rivisto in un’ottica che esalti le potenzialità della persona. Leadership XXI affronta vari aspetti legati ad una gestione più elegante di questo poderoso cambiamento, proponendo una nuova filosofia per la leadership e invitando a pensare alla conduzione in modo nuovo: ad una profonda riflessione, a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull’esperienza umana per eccellere, prosperare, e progredire nel ventunesimo secolo e creare una società fondata sulla rettitudine, l’integrità e per il bene comune (leggi l'estratto del libro su questo link).

 

Photo by Helloquence on unsplash

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