L'egoismo adulto soffoca la volontà del bambino

educazione formazione genitorialità consapevole leadership Feb 27, 2018

“Non lasciare che gli altri decidano cosa devi essere. Diventa ciò che senti di voler essere.” Wallace Wattles

Purtroppo, questo accade di rado...

Non a caso nella nostra società “moderna” 9 persone su 10 non trovano un senso in ciò che fanno (State of the Global Workplace report, 2013 e 2017); il rimpianto più comune delle persone in punto di morte è proprio quello di non aver avuto il coraggio di fare ciò che veramente avrebbero voluto, ma di essere scesi a compromesso con le aspettative degli altri (Vorrei averlo fatto, Bronnie Ware); la depressione è ormai diventata la malattia più diffusa (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Già, le aspettative...

Il problema sono proprio le aspettative, l’egoismo e le premesse errate sulla natura umana.

Difatti, ad oggi continuiamo a basarci su delle teorie dell’esperienza umana ormai ultra-datate, e obblighiamo i bambini a conformarsi ai dettami, alle tradizioni, alle regole, ai divieti, ai tabù e agli stereotipi della società sulle basi di quel sistema di credenze altamente disfunzionale che condividiamo a livello collettivo e che ci governa! Ed è proprio in questo modo che la vera essenza dell’individuo viene soggiogata da una falsa immagine che prende il suo posto; e che riflette, per l’appunto, una società che ha perso la bussola.

Il punto è questo: ognuno di noi nasce con portando con sé un immagine nel suo cuore.

Infatti, in ciascuno di noi è racchiusa quella che io chiamo immagine divina.

Questo innato paradigma è la nostra vera natura.

La nostra vera essenza.

Da bambini non siamo una tabula rasa, o un vuoto da riempire con le nozioni della cultura dominante... siamo dei piccoli ma grandi esseri che vengono al mondo con i loro doni e talenti straordinari... e abbiamo tutti necessità di trovare un posto nel mondo alla nostra specifica vocazione e funzionare intenzionalmente per realizzare la nostra immagine innata.

[È solo nella nostra libera espressione e nel realizzare la nostra immagine del cuore che siamo veramente liberi di essere.]

Purtroppo... in questo mondo dalla visione prettamente adultocentrica, non veniamo considerati per quel che siamo veramente...

...non ci viene permesso di essere ciò che siamo...

Detto per inciso: veniamo al mondo attraverso persone che non sanno neanche perché sono al mondo e impongono il loro mondo su di noi.

Questa è la società moderna...

Veniamo castrati della nostra immaginazione creativa.

La nostra volontà personale viene annientata.

L’integrità è spesso spezzata a favore della compiacenza e dell’accondiscendenza.

Barattiamo la nostra integrità per essere accettati, per sentirci al sicuro, per appartenere, certamente anche per paura.

Soffochiamo la nostra immagine innata e la nostra libera espressione a favore di una falsa immagine di noi stessi (che proiettiamo sulle basi delle aspettative altrui) che ci governa.

Scendiamo a compromesso con le aspettative degli altri e ci svendiamo al peggior offerente, limitando tutte le nostre possibilità e le nostre potenzialità.

Ci inchiniamo dinnanzi a un sistema incurante e assolutamente disfunzionale, quando invece dovremmo staccarci da tutto ciò e creare la vita che vogliamo e il mondo in cui veramente vogliamo vivere!

Come conseguenza, non siamo liberi di manifestarci per ciò che siamo, in quanto oppressi dal sistema a livello sociale o imprigionati dalle nostre stesse resistenze personali.

Il risultato? Una condotta deviata, e altamente (auto) distruttiva.

Ma tutto questo non meraviglia affatto...

Basta andare a sbirciare fra le pagine di qualche testo di quella pedagogia nera influenzata da una psicologia totalmente distorta che imperava un tempo e ancora oggi influenza negativamente la società, dove si dice chiaramente che il bambino deve essere dominato.

Ad esempio, Johann Sulzer (citato da K. Rutschky in Schwarze Pädagogik) argomenta:

“(...) Dopo che dunque, mediante un primo lavoro sui bambini, si è eliminata l’ostinazione nei loro teneri animi, alla maggior parte del lavoro educativo andrà concentrata sull’obbedienza, che tuttavia non è per nulla facile instillare nei bambini. È del tutto naturale che l’anima voglia avere una volontà propria e, se non si è lavorato con cura nei primi due anni, in seguito la meta sarà più difficile da raggiungere. Questi primi anni presentano, tra l’altro, anche il vantaggio che si può far uso di violenza e di mezzi di costrizione. Con il passare degli anni i bambini dimenticano tutto ciò che è loro occorso nella prima infanzia. Se si riesce a privarli della loro volontà in quel periodo, poi essi non ricorderanno mai più di averne avuta una, e il rigore di cui si dovrà far uso, proprio per questo motivo non avrà conseguenze deleterie.”

Non è forse abominevole questo pensiero?

Oppure... i metodi di J. G. Krüger per combattere la “testardaggine” nel bambino:

“(...) Se vostro figlio vuole togliervi la sovranità, voi siete autorizzati a scacciare la violenza con la violenza per rafforzare la considerazione di cui godete presso di lui, senza la quale non sarà possibile educarlo in alcun modo. Le busse non devono essere un semplice trastullo, ma mirare a convincerlo che il padrone siete voi.

Ma quanta poca umanità traspare da questi testi?

Eppure, un tempo (e purtroppo, spesso anche oggi) si ragionava così.

Era, e ancora è, socialmente accettato picchiare i bambini, sgridarli, trattarli male, umiliarli...

Per educarli dicono taluni.

Altri pubblicano invece le foto di ciabatte e schiaffoni su Facebook scrivendo che così dovrebbero essere “educati” i ragazzi che fanno parte delle baby gang...

Ma davvero?

E osiamo pure definirci persone civili e “educate”?

Paradossalmente, il problema è proprio in quell'educazione che ancora oggi consideriamo normale e necessaria. In metodi educativi ormai obsoleti che fatichiamo a mettere in discussione...

Questo è il punto.

È proprio questo tipo di “educazione” (che educazione non è!) che genera questo seme della violenza e dell’odio. Infatti, se andassimo a vedere la storia personale di questi giovani non troveremo di certo amore e armonia.

Ma le percosse non sono l’unico maltrattamento che molti bambini sono costretti a subire e che violano la loro integrità, costringendoli a indossare delle maschere sociali e allontanandoli sempre più dalla loro vera natura.

Vi sono anche molti altri abusi di natura più sottile, psicologica.

Fatto è che molte persone sono cresciute in un certo modo, e non avendo mai superato e trasformato i propri irrisolti, quel che fanno è comportarsi allo stesso e identico modo con i figli.

Le conseguenze sono disastrose, per i bambini... che diventeranno degli adulti con svariati problemi (di natura psicologica, sociale, etc.)... e per la società... che si ritrova composta da persone con parecchi problemi (come detto, stress e depressione oggi la fanno da padrone, e questo a livello planetario).

Per questo è fondamentale cambiare la nostra cultura... cambiare totalmente il modo in cui trattiamo i bambini... e iniziare finalmente a trattarli con tutto il rispetto che meritano permettendo loro di essere ciò che sono.

Non dobbiamo calpestare la loro volontà personale o soffocare la loro libera espressione... e se per questo... anche noi adulti dobbiamo ricominciare a volere, ricordarci chi siamo e manifestarci per ciò che siamo veramente.

Otto Rank, filosofo e psicoanalista austriaco, un tempo collega di Freud, lo dichiarò senza mezzi termini nel suo libro Essere felici, evidenziando come la nostra libera espressione venga letteralmente soffocata, con subdolo intento, dalle teorie che abbiamo abbracciato:

L’individuo deve, cioè, divenire da sé quello che è, e non trasformarsi, come accade nell'educazione e nella terapia psicoanalitica, in un buon cittadino che accetta senza obiezioni l'ideale generale, deprivato di una propria volontà personale. Questo, infatti, è lo scopo dichiarato della cura pedagogica di Adler: livellare, pareggiare. Prinzhorn ha, dal canto suo, scoperto un intento analogo, sebbene non apertamente ammesso, in Freud: la psicoanalisi si presenta come rivoluzionaria, ma in realtà è conservatrice. Chi comprende anche solo minima- mente la psicologia della volontà sa che un simile conservatorismo è il mezzo migliore per produrre rivoluzionari e uomini di volontà, che però sono spinti nella nevrosi non appena intendono far valere la propria volontà. L'individuo che soffre della repressione pedagogica, sociale e morale della volontà deve assolutamente imparare di nuovo a volere. L'uomo deve diventare quello che è, lo deve volere e realizzare da sé, senza costrizione o giustificazioni e senza il bisogno di addossare ad altri la responsabilità.

Per concludere, un punto molto interessante condiviso da Alice Miller nel suo libro “La persecuzione del bambino” è questo:

Gli individui che nell’infanzia non hanno dovuto subire violazioni alla loro integrità, e a cui è stato consentito di sperimentare protezione, rispetto e lealtà da parte dei loro genitori, da giovani e anche in seguito saranno intelligenti, ricettivi, capaci di immedesimarsi negli altri e molto sensibili. Godano della gioia di vivere e non avranno affatto bisogno di far del male agli altri o a sé stessi, né addirittura di uccidere. Useranno il proprio potere per difendersi, e non per aggredire gli altri. Non potranno fare a meno di rispettare e proteggere i più deboli, ossia anche i propri figli, dal momento che essi stessi, un tempo, hanno compiuto tale esperienza, e dal momento che fin dall’inizio in loro è stato memorizzato proprio questo sapere (e non la crudeltà). Questo individui non saranno mai nella condizione di capire come mai i loro avi nel passato abbiano dovuto impiantare una mastodontica industria bellica per sentirsi a loro agio e sicuri nel mondo. Dal momento che il compito inconscio della loro vita non consisterà più nel difendersi dalle minacce subite nell’infanzia, essi saranno in grado di affrontare in maniera più razionale e creativa le minacce presenti nella realtà.”

Siamo noi genitori di oggi ad avere la responsabilità di cambiare le cose.

Cambiamole.

 

 

La società moderna non insegna ai bambini a pensare... ma a cosa pensare! Il risultato lo si può vedere a occhio nudo. L'intento di questo libro è dunque quello di spiegare, in modo semplice e facilmente comprensibile i meccanismi del pensiero e condividere delle efficaci strategie e tecniche per poter utilizzare al meglio questo favoloso strumento; contribuendo così al percorso evolutivo del lettore verso la realizzazione del sogno che porta nel cuore: della propria immagine divina. È dedicato ai Millennials, ai bambini di ogni età… e ovviamente a tutti i genitori, che sono invitati a insegnare l'arte di pensare bene ai loro figli (leggi l'estratto del libro su questo link).

 

Photo by Sebastian Pincher on unsplash

 

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