Lavoro: eleva la tua vita in virtù del progresso

leadership Feb 08, 2018

Per la mentalità industriale conta solo il profitto… dunque, se qualcuno può fare il tuo lavoro (uomo o macchina che sia) a un costo minore… presto o tardi la sostituzione sarà una certezza.

Questo sta già accadendo sotto gli occhi di tutti, anche se molti cercano di farci credere il contrario...

In fondo, è logico…

Questo è il risultato di una mentalità che ha sempre operato in questo modo. Più ricavi, meno costi. Questo è ciò che importa. E quindi ci troviamo ad assistere a una vera e propria gara al ribasso… Ma non solo alle nostre latitudini… questa mentalità è un po’ dappertutto ed è parte integrante della vecchia era (che ha contraddistinto sopratutto il secolo scorso) e di quel mondo che si sta auto-distruggendo sotto i nostri occhi.

Infatti, il problema numero uno di una gara al ribasso è che la si può vincere… Oggi molte imprese sostituiscono il personale indigeno con personale d’oltre frontiera quando possibile… oppure delocalizzano… o cercano qualsiasi altro escamotage per abbassare i costi…

Un grossissimo problema è che servizio e qualità soffrono… e oltre a questo, nella spietata competizione internazionale… ci sarà sempre qualcuno che costa meno di te… e prima o poi si erodono i margini… e la reputazione… e tutto il resto. Ma per quelli che hanno questo tipo di mentalità tutto questo non è importante… in quanto non pensano al lungo raggio. Pensano solo a corto termine… a quanto possono guadagnare oggi… come se non ci fosse un domani. Le pressioni sono molte e sembra che non vi sia spazio per quella lungimiranza che invece dovrebbe contraddistinguere non solo il business, ma l’essere umano in primis.

Non si potrà però andare avanti molto in questo modo… e per il lavoratore vi sono delle scelte importanti da fare. Oggi ci troviamo infatti di fronte a una situazione molto delicata per quanto concerne il lavoro… molte aziende operano ancora dal punto di vista del profitto e stop… e molte persone sono alla ricerca di un impiego, disposte a scendere a compromesso con delle misere condizioni piuttosto di lavorare… Il risultato è che 9 persone su 10 non trovano un senso in ciò che fanno (State of the Global Workplace report 2013 e 2017)… e ben presto, se si persevera a mettere il sistema davanti all’Uomo, vi saranno altri grossi problemi come uno sviluppo tecnologico incredibile (e produzione al 300%) parallelo a una inimmaginabile disoccupazione di massa.

Oggi la tecnologia dovrebbe invece lavorare a nostro favore… non dovremmo esserne schiavi… e permettere a ognuno di seguire la propria vocazione. Se così fosse, non ci sarebbero tutti questi problemi. Non vi sarebbe competizione (in quanto la vocazione non ha rimpiazzi), e neppure disoccupazione se per questo. La vocazione è infatti una chiamata personale, unica per ognuno di noi, e come tale non è avvolta dalla competizione. In questo modo ognuno potrebbe manifestarsi liberamente per ciò che è e realizzare l’immagine che porta nel suo cuore.

Sì, sto dicendo che ognuno dovrebbe poter fare ciò che veramente vuole nella sua vita e non scendere a compromesso con un sistema basato sul debito che fa guadagnare pochi a scapito dei tanti.

Non solo questa sarebbe una vittoria per l’economia in generale, ma se ognuno si dedicasse alla propria arte, si sprigionerebbe un’energia creativa senza limiti e ciò darebbe vita a una società decisamente diversa da quella che conosciamo oggi. Una società dove regna l’armonia: non la paura e l’insicurezza, madri del caos e della miseria.

Per questo, nella mia visione, immagino un mondo diverso da quello attuale, dove ognuno possa finalmente dare un profondo significato a ciò che fa, in linea con la propria vocazione.

Un mondo dove tutti possono vivere una vita ispirata, realizzando chi sono e facendo ciò per cui sono stati concepiti: un mondo dove tutti vivono una vita intenzionale.

La mia visione è dunque quella di un mondo dove ognuno può esprimersi liberamente per ciò che è e dove ciascuno può fare ciò che è necessario per realizzare la sua vocazione, influenzando gli altri positivamente ed essendo il cambiamento che vuole vedere realizzato nel mondo.

A tal riguardo, oggi molti si preoccupano della tecnologia… Infatti, stando a un recente studio condotto all’Università di Oxford, si stima che a causa dell’effetto dell’automazione sull’occupazione nel giro dei prossimi 15 anni il 50% dei posti di lavoro che conosciamo oggi saranno a rischio… Ma è forse un male questo? Un male che dei lavori ripetitivi e standard che possono essere fatti dalle macchine siano fatti dalle macchine e non più da esseri umani?

Con tutto il rispetto… ma l’essere umano non è fatto per fare dei lavori che possono fare le macchine. Non è fatto per lavorare 10 ore in una catena di montaggio a fare un lavoro monotono e ripetitivo... Questi sono dei lavori che oggi possono fare benissimo le unità robotiche...

L’essere umano è molto di più.

La vita è molto più di questo.

E in più non dimentichiamoci che oggi, nell'era dell'immaginazione, è il lavoratore che porta contributo al sistema e non più il contrario come nel secolo scorso...

L’evoluzione è bene e ci spinge verso un cambiamento che altrimenti non avremmo magari contemplato, continuando a vivere come degli schiavi di un sistema ormai scricchiolante e desueto.

Per appoggiare questo mio pensiero, trascrivo di seguito le parole che Wallace Wattles ci ha donato cent’anni fa, condividendo a pieno titolo tutto quanto da egli scritto:

Esiste un atteggiamento mentale fatale che consiste nel considerare se stessi vittime delle circostanze, condannati a una squallida routine da cui non si può scappare. Sciocchezze. I tuoi amici sono molto più numerosi dei tuoi nemici. La cavalleria ti è già venuta in soccorso: se apri gli occhi riesci a vederla.

Non c’è niente di mistico in tutto questo. Il mondo è un continuo avanzare della vita, c’è una Legge del Progresso costante che possiamo vedere a partire dalle nostre cellule fino alla Mente Suprema. Questa Legge dimostra che ogni forza della Natura progredisce insieme all’anima, ed è un dato di fatto, e sapendo questo non puoi che trarne vantaggio.

È un fatto che tutte le cose cooperino fra loro per il bene di chi avanza con fede verso nuova vita e di chi usa il proprio potere in modo costruttivo. Non c’è potere nel sistema industriale degli uomini che possa competere con quello della Legge Naturale. Perché è una legge universale che si applica a chiunque senza distinzione.

Puoi obiettare che non tutti gli operai con questa Legge possano diventare capitalisti perché altrimenti non ci sarebbero più operai al mondo e che essi sono indispensabili. Io ti dico che appena un numero considerevole di operai eleva la propria vita in virtù del progresso tutto il sistema come lo conosciamo cambierà totalmente.

Tutto ciò è necessario per il completo mutamento dell’ordine esistente, in modo che tutti possano vivere una vita come la desiderano.”

Pensaci: il mondo sta cambiando, rapidamente. L’economia è mutata radicalmente e non tornerà come prima. Ci troviamo in una nuova economia, in un'era post-industriale che non premia il conformismo. Dunque, puoi intestardirti e cercare di essere un buon ingranaggio in un sistema ormai scricchiolante, o uscire dalla tua illusoria zona di conforto e accogliere il cambiamento e l’ambiguità.

Le alternative sono davvero molte.

Moltissime.

Cosa farai? Ignorerai o coglierai l’opportunità?

 

Leadership XXI affronta vari aspetti legati ad una gestione più elegante di questo poderoso cambiamento, proponendo una nuova filosofia per la leadership e invitando a pensare alla conduzione in modo nuovo: ad una profonda riflessione, a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull'esperienza umana per eccellere, prosperare, e progredire nel ventunesimo secolo e creare una società fondata sulla rettitudine, l'integrità e per il bene comune (leggi l'estratto su questo link).

"La leadership è azione, non posizione." Donald H. McGannon

 

Photo by Alejandro Escamilla on unsplash

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