Leadership è essere/donare se stessi

leadership Jan 06, 2018

“La vita non è acquistare e avere, ma dare e essere.” Kevin Kruse

Questa è una frase che mi piace molto e credo sia perfettamente in linea con i tempi che corrono.

Sin da bambini ci viene insegnato che i traguardi da raggiunge assolutamente sono la ricchezza materiale e il potere sociale. Misuriamo tutto in termini di soldi. E già dalla tenera età fumetti come Topolino &Co. ci educano non su come dovrebbe essere la società… ma su com’è, invitandoci subdolamente a adattarci.

Nessuno ci dice che la ricchezza è un diritto di tutti. Nessuno ci dice che andiamo bene così come siamo. Al contrario, ci dicono che per diventare qualcuno dobbiamo fare questo e quello… e veniamo indirizzati su quei percorsi "più pratici", su quelle strade che ci possono portare a ottenere un buon posto di lavoro che ci permetta di guadagnare bene, di guadagnare di più… perché erroneamente siamo stati indotti a credere che la felicità deriva dall'accumulo e dai possedimenti.

Ora, niente in contrario con la ricchezza materiale, ma alla base della felicità non ci sono i soldi, si tratta piuttosto di un gioco interiore. I soldi non dovrebbero essere considerati il fine ultimo della propria vita, ma un mezzo. Devono semmai essere un sottoprodotto dei propri sforzi e del proprio lavoro, e non un Dio da venerare.

Questo non è neppure un discorso che riguarda ricchi e poveri, o classi sociali e via dicendo. Una persona può essere avara e egoista con un florido conto in banca, ville, yacht e la tipica vita che viene tanto pubblicizzata alla massa… oppure somigliare a Mr. Scrooge del Canto di Natale di Dickens o a Paperon de Paperoni (il cui vero nome è proprio Scrooge Mc Duck, visto che il carattere del personaggio è stato ripreso dal famoso romanzo dell’autore britannico).

Fatto è che, come ha egregiamente evidenziato Rumi, “Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza poter portare nulla, ed in mezzo, nell’eterno che si ricongiunge nel breve battito delle ciglia, litighiamo per possedere qualcosa.”

Non è forse assurdo questo?

Dove andremo un giorno, non potremo portare con noi tutti i nostri possedimenti.

E fra le altre cose sono proprio i nostri attaccamenti ad appesantire il nostro cammino…

Di certo, la situazione in cui ci troviamo oggi è una conseguenza del nostro passato… e di quel vecchio sistema economico, peraltro nato da un ambiente ostile e fondato sulla scarsità, che in questa nuova economia appare essere decisamente datato e assolutamente disfunzionale, oltre che vacillante e destinato a crollare in quella che è la sua struttura.

Francamente, non penso che possa durare ancora a lungo questo sistema basato sul debito, che ho sempre trovato “truffaldino” sin dai tempi delle scuole, quando studiavo economia aziendale. Ricordo ancora ai tempi della scuola di commercio… le lezioni di contabilità erano per me un incubo. Una materia che proprio non digerivo… e che di certo non amavo… essendo molto più interessato a tematiche che riguardano il marketing, le pubbliche relazioni e la leadership.

Nel corso degli anni, e dei miei studi, e delle mie esperienze professionali ho poi dovuto giocoforza masticare la materia e inghiottire delle belle fette di numeri,  visto che sono una parte molto importante del business… e avuto modo di vedere nelle varie aziende (e istituzioni) quanto spesso i profitti siano più importanti di tutto il resto… purtroppo... ma tornando a noi… io credo che dovremmo uscire dal circolo vizioso della scarsità e di una realtà suggerita e renderci finalmente conto che siamo oggi nell'età dell'immaginazione, in una nuova economia: un’economia del significato, della conoscenza e dell’abbondanza, dove sono le relazioni umane ad essere importanti.

Oggi possiamo dividere le persone in due categorie ben distinte: quelli che danno e quelli che prendono. E purtroppo, viviamo in un mondo che vibra ancora su un livello di coscienza alquanto basso, dove ancora troppe persone cercano di approfittarsi degli altri. Tutti vogliono il loro egoistico guadagno a corto termine, quasi come non ci fosse un domani. Tutti vogliono fregare tutti, e come conseguenza ci perdiamo in servizio, qualità e… soprattutto, perdiamo la fiducia nel prossimo.

Ma, come detto, siamo oggi in una nuova economia… e molti stanno aprendo gli occhi su queste dinamiche.

Sul lungo raggio, vince chi è al servizio.

Vince chi dona.

Vince chi è libero di essere e manifestarsi liberamente per ciò che è.

Ha detto bene Seth Godin:

"Il marketing è tutto intorno a noi ed è ora di farne un uso migliore."

"Fare marketing vuol dire migliorare il mondo."

 

Leadership XXI affronta vari aspetti legati ad una gestione più elegante di questo poderoso cambiamento, proponendo una nuova filosofia per la leadership e invitando a pensare alla conduzione in modo nuovo: ad una profonda riflessione, a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull'esperienza umana per eccellere, prosperare, e progredire nel ventunesimo secolo e creare una società fondata sulla rettitudine, l'integrità e per il bene comune.

La 4ª Rivoluzione Industriale è ufficialmente iniziata. Questa nuova economia ha reso obsoleti i vecchi modelli del passato e sta letteralmente rivoluzionando tutti gli schemi legati al consumo, alla produzione, all'occupazione. Sinora, al fattore psicologico ed all'elemento umano sono stati fortemente prediletti gli aspetti più tecnico-finanziari del business, ed il sistema è stato messo davanti all'Uomo. Oggi però, nell'era dell'informazione, della conoscenza e del significato è il lavoratore che porta contributo al sistema e non più il contrario come nel secolo scorso. Il sistema va dunque rivisto in un'ottica che esalti le potenzialità della persona (leggi l'estratto del libro su questo link).

 

Photo by Bryan Papazov on unsplash

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