Leadership XXI: un libro per il tuo capo

leadership Jan 24, 2018

Tempo fa ho pubblicato un mio video intitolato "Chi non è felice lavorando è uno schiavo" e il primo commento è stato questo: “Il problema è che nel 90% dei casi sono i titolari che ti fanno sentire uno schiavo e non un collaboratore che partecipa al miglioramento dell’azienda.”

Qui c’è molto di vero, purtroppo, in quanto in troppi casi la condotta del Management si è fossilizzata nel vecchio paradigma strutturalista e posizionale della leadership tradizionale (quel vecchio modello ormai vetusto basato su potere e status, per intenderci).

Se ci guardiamo attorno, alle nostre latitudini, quel che possiamo notare è che, anche se l’economia è mutata radicalmente e ci troviamo nel bel mezzo di una rivoluzione, il modello di gestione verticistico in stile “One-Man-Company” è ancora parecchio in voga.

Come ho scritto in Leadership XXI, questa struttura organizzativa definita come “funzionale” è forse ancora la più utilizzata, anche se il suo sapore è un po’ come quello della naftalina in un vecchio armadio. Si tratta infatti di un modello molto rigido e ormai ultra-datato. In realtà, nella nuova economia questo modello non può essere considerato funzionale. Infatti, oggi le strutture funzionali, divisionali, a matrice, ostacolano la funzionalità e l’operatività aziendale, compromettendone produttività ed efficacia, e mettendo addirittura a repentaglio la sopravvivenza dell’azienda stessa.

Ma il punto non è solo questo.

Per quanto concerne organizzazioni/aziende/imprese, vi è soprattutto da considerare un punto molto importante. Sinora, al fattore psicologico ed all’elemento umano sono stati fortemente prediletti gli aspetti più tecnico finanziari del business, ma è necessario prendere consapevolezza del fatto che il sistema su cui si basano questi presupposti è ormai scricchiolante e non più funzionale.

Senza troppi fronzoli, va detto chiaramente che il vecchio modello di leadership è obsoleto, inefficace e assolutamente improduttivo.

L’approccio al business non può più concentrarsi solamente ai vertici e prediligere esclusivamente l’aspetto finanziario, ma deve essere ripensato attraverso un approccio “olistico” alla pianificazione della forza lavoro. Questo implica comprendere e integrare due aspetti fondamentali, che spesso vengono tralasciati, o comunque sottovalutati:

  • Le aspettative di comportamento sviluppate su basi individuali (da parte del Management) influenzano il comportamento del collettivo. Un’impresa, per essere redditizia e produttiva, deve rimettere la persona al centro e modificare alcuni aspetti legati alla propria percezione del business (e, come avrai modo di leggere, delle persone in generale). 

  • Le persone vogliono dare un significato a ciò che fanno. Non dobbiamo dimenticare che sul posto di lavoro passiamo la maggior parte del nostro tempo, e come ci relazioniamo alla nostra attività professionale determina la qualità della nostra vita. Come disse lo psicologo statunitense Abraham Maslow: "Se il lavoro è insignificante, allora anche la propria vita diventa insensata." Il lavoro di ogni persona dovrebbe quindi essere significativo, permettere a ciascuno di utilizzare i propri doni e talenti per realizzare il proprio potenziale, e contribuire ad una miglior qualità di vita per sé e per gli altri.

Questi due punti sono alla base del concetto Leadership XXI, a sostegno della tesi che oggi ognuno, ad ogni livello di operatività, è chiamato a dare prova di leadership e assumersi la responsabilità per il successo dell’impresa/azienda/organizzazione, della famiglia e della società intera.

Semplicemente, sviluppare il talento, le potenzialità, le doti di leadership di ogni singola persona è un vantaggio competitivo non solo per le imprese ma anche per il progresso della società.

Tutti devono dare prova di leadership, a prescindere dal ruolo, dai titoli, dalla propria posizione sociale. Infatti, il vero cambiamento (di un’impresa o di una società) è su basi individuali e riguarda uno stato di coscienza, un atteggiamento interiore, un’attitudine e non la grandezza del proprio ufficio, o il proprio conto in banca.

A tal riguardo, è oggi più che mai evidente che il modello verticistico di comando e controllo e le tradizionali leve della motivazione non sono più funzionali. In questa nuova era – dell’informazione, della connessione, della conoscenza, dell'immaginazione – le vecchie regole, i vecchi modelli di business e di pensiero sono ormai antiquati e fatiscenti, e non rispondono più ai bisogni di un mercato altamente volatile ed estremamente competitivo.

Dunque, che senso ha continuare ad applicare dei vecchi modelli e modi di fare e pensare se non funzionano più?

 

Leadership XXI è un invito a rimettere la persona al centro, a ripensare il business, la formazione e rivalutare tutte le teorie dell’esperienza umana. È dedicato a imprenditori, manager, leader, imprese, organizzazioni e anche a tutti coloro che, “semplicemente”, hanno un sogno nel cassetto, che vogliono guidare la propria impresa, il proprio progetto, la propria persona verso il successo, la realizzazione, ed il coronamento delle proprie aspirazioni fondamentali attraverso una nuova leadership.

Leadership XXI" affronta vari aspetti legati ad una gestione più elegante di questo poderoso cambiamento, proponendo una nuova filosofia per la leadership e invitando a pensare alla conduzione in modo nuovo: ad una profonda riflessione, a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull'esperienza umana per eccellere, prosperare, e progredire nel ventunesimo secolo e creare una società fondata sulla rettitudine, l'integrità e per il bene comune (leggi l'estratto del libro su questo link).

 

Photo by Ali Morsedlou on unsplash
 

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