[Millennials] Formazione digitale lacunosa?

formazione leadership Sep 26, 2017

Le competenze informatiche dei nostri giovani sono lacunose. Quali responsabilità di scuola e genitori?

Questo il quesito sulla prima pagina del Ticino 7 della scorsa settimana (n. 37).

Come ha scritto Marco Jeitziner nell’articolo (p. 4-6) “Da un recente studio emerge che i 13enni ticinesi risultano meno competenti nell’uso dei nuovi media rispetto alla maggioranza dei loro coetanei stranieri. La scuola cantonale deve dunque recuperare un grande e grave ritardo”.

Qui Marco si riferisce allo studio internazionale International Computer and Information Literacy Study (ICILS, 2013) reso pubblico lo scorso maggio.

Il comunicato stampa del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport può essere scaricato dal sito della SUPSI.

Da questa indagine si evince che “nel confronto internazionale, gli allievi di terza media ticinesi si sono rivelati appena sufficienti nell’utilizzo delle nuove tecnologie ottenendo un punteggio medio di 496 punti, che non si discosta in maniera statisticamente significativa dalla media internazionale, fissata a 500. È quanto emerge dal rapporto sulla Svizzera italiana dell’indagine International Computer and Information Literacy Study 2013, condotta dal Centro competenze innovazione e ricerca sui sistemi educativi (CIRSE)”.

Come scritto nel comunicato stampa, i risultati dei nostri giovani destano qualche preoccupazione per il semplice fatto che sono inferiori ad altri paesi che hanno un Indice di sviluppo tecnologico (IDI) inferiore a quello svizzero. “Tra le concause che potrebbero spiegare la performance relativamente modesta degli allievi ticinesi”, continua il comunicato, “vi è una scarsa disponibilità di infrastrutture tecnologiche nelle sedi scolastiche”. Ovviamente, anche il ruolo dei docenti nella formazione digitale contribuisce al fenomeno, così come il fatto che la politica scolastica di integrazione delle nuove tecnologie è “più marcata” rispetto alla Svizzera.

Da un lato, non credo sia però corretto parlare di Svizzera in generale, in quanto solo in Ticino ha aderito allo studio.

A livello nazionale, la Confederazione pone l’accento sull’importanza delle nuove tecnologie, ma a quanto pare vi sono dei limiti e delle lacune nell’applicazione delle strategie per quanto concerne le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. Qui il link sulla “Strategia per una società dell’informazione” e qui il link “Digitalizzazione: un piano d’azione per rafforzare la formazione e la ricerca”.

Ora, per quanto riguarda questa importantissima tematica, il problema riguarda certamente le competenze ma sono anche altri aspetti decisamente vitali da prendere in considerazione, che sono forse più sottili nella natura del loro essere.

Come ho scritto in Leadership XXI, possiamo dire che la scuola ha delle pecche non indifferenti: l’economia è cambiata, mentre la scuola è la stessa di cent'anni fa! E qui non si tratta solo ed esclusivamente delle scuole dell’obbligo ma di tutti gli istituti, compresi quelli accademici.

Da una parte, è comprensibile che l’incredibile sviluppo tecnologico abbia spiazzato molti, che lo pensavano un fenomeno passeggero… e che l’individuo si adatta più facilmente se paragonato a istituzioni, organizzazioni, imprese ma secondo me non è ammissibile che non ci si aggiorni in un settore così importante come la formazione.

Gli allievi devono avere a disposizione il materiale che necessitano e il corpo docenti deve essere adeguatamente formato per poter fornire agli allievi tutti gli strumenti di cui necessitano per fronteggiare le sfide proposte dalla nuova economia, e dalla vita!

Questa nuova economia non premia più obbedienza, conformismo e miope remissività… ma creatività, motivazione, coraggio, audacia, iniziativa personale, imprenditorialità, leadership! Tutte qualità che vengono letteralmente soffocate dal sistema educativo attuale.

Imparare l’utilizzo delle varie piattaforme e dei vari strumenti non è però il problema principale. La cosa più importante è sapere come relazionarsi con la tecnologia.

Inutile dirlo, siamo totalmente succubi della tecnologia. Non usiamo la tecnologia… ma è la tecnologia che usa noi. E non dimentichiamo che la tecnologia può creare una forte dipendenza, proprio come accade con droga, alcol, gioco d’azzardo e pornografia! Per questo, ritengo che sia decisamente più importante imparare innanzi tutto come relazionarsi con questi nuovi strumenti... e con se stessi, con gli altri, e con il mondo...

Le competenze vengono dopo.

"L'unica persona che si può ritenere istruita è quella che ha imparato come si fa ad imparare — e a cambiare." (C. Rogers)

La 4ª Rivoluzione Industriale è ufficialmente iniziata. Questa nuova economia ha reso obsoleti i vecchi modelli del passato e sta letteralmente rivoluzionando tutti gli schemi legati al consumo, alla produzione, all'occupazione. Sinora, al fattore psicologico ed all'elemento umano sono stati fortemente prediletti gli aspetti più tecnico-finanziari del business, ed il sistema è stato messo davanti all'Uomo. Oggi però, è il lavoratore che porta contributo al sistema e non più il contrario come nel secolo scorso. Il sistema va dunque rivisto in un'ottica che esalti le potenzialità della persona. "Leadership XXI" affronta vari aspetti legati ad una gestione più elegante di questo poderoso cambiamento, proponendo una nuova filosofia per la leadership e invitando a pensare alla conduzione in modo nuovo: ad una profonda riflessione, a ripensare il business e la formazione, e rivalutare tutte le teorie sull'esperienza umana per eccellere, prosperare, e progredire nel ventunesimo secolo e creare una società fondata sulla rettitudine, l'integrità e per il bene comune (leggi l'estratto del libro su questo link).

 

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