Non distruggere la volontà di tuo figlio

educazione genitorialità consapevole Dec 17, 2018

Sento spesso dire che bisogna educare i figli in modo severo e autoritario, che "bisogna imporsi!", che “bisogna far capire chi comanda!” e “far sentire la propria autorità”“perché altrimenti fanno quello che vogliono!”

Questa non è però una novità di oggi.

Già quando ero bambino io si pensavano queste cose, e ancora prima che io nascessi… molto prima...

Ai tempi dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori, i bambini crescevano in modo molto diverso... ma poi... con l'arrivo dell'agricoltura le cose sono cambiate... e distanziandosi dai meccanismi per cui siamo naturalmente programmati il mondo adulto ha modificato il suo approccio alla crescita e sviluppo dei bambini iniziando a "farli crescere" (a coltivarli, insomma!). I bambini non erano più liberi di crescere in armonia con le leggi della natura, verso la loro autonomia e indipendenza. Si può dire che l'idea del controllo è nata con l'agricolutura, diecimila anni fa.

Con il passare degli anni le cose non sono andate meglio per i bambini e l'obiettivo dell'educazione è diventato quello di spezzare la loro volontà personale.

In altre parole: il bambino non deve seguire se stesso, ma qualcun altro. Deve essere conforme alle aspettative, deve essere come gli altri vogliono.

Anche l'educazione industriale segue questo principio e ancora oggi le cose stanno così, anche se siamo in quella che viene definita società post-industriale... o età dell'immaginazione (che segue quella agricola, industriale, dell'informazione).

La novità di questi tempi è semmai che l'informazione circola molto velocmente e si sente spesso parlare di permissivismo, di buonismo educativo… e ci sono molti nostalgici della verga che puntano il dito contro i genitori che optano per altri approcci educativi, sostenendo con fervore che “bisogna tornare ai vecchi metodi!”, e questo perché secondo loro i giovani d’oggi non hanno più rispetto per niente e per nessuno.

A parte il fatto che questo è un ritornello che si ripete per ogni nuova generazione (se andiamo a leggere gli scritti degli educatori del 1800 per certi versi dicevano le stesse cose), il quadro distorto che costoro dipingono non corrisponde alla realtà (e poi, non dimentichiamo: la società di oggi è il risultato dell'educazione di ieri).

Piuttosto, si tratta di un sistema di credenze che abbiamo ereditato che viene rinforzato dagli esperti del vecchio che, in linea con questi pregiudizi, preferiscono crocifiggere e condannare, piuttosto che risultare sgradevoli alla massa, non più sostenendo queste bugie ma dicendo le cose come stanno.

Taluni, sparando sentenze a raffica, arrivano a dire che i genitori sono dei rammolliti senza spina dorsale, e ignorando totalmente (e intenzionalmente?) il dilagare degli stili punitivi, si adoperano per cristallizzare l’idea che i giovani sono fuori controllo.

Questo è molto pericoloso.

Queste teorie totalmente infondate lanciano infatti un messaggio sbagliato, giustificando e promuovendo dei metodi educativi obsoleti che oggi sappiamo essere assolutamente limitanti e controproducenti.

E poi, è vero che ai bambini viene permesso di fare ciò che vogliono?

Non sembra proprio.

In realtà, come diceva Freud, viviamo a tutt'oggi in un sistema repressivo (genitori repressivi, educazione repressiva, et cetera): è molto più comune che un bambino venga represso senza motivo, sgridato, minacciato, sfruttato o che si abusi di lui in qualche modo piuttosto che gli si permetta davvero di fare ciò che gli pare.

Al bambino non è concesso di vivere con naturalezza e spontaneità.

La società vuole dei “bravi bambini”, non bambini curiosi, creativi, vitali. Dei soldatini che eseguono gli ordini alla lettera, senza fiatare. Non dei ribelli, degli artisti, dei leader.

L’obbedienza viene premiata, la disobbedienza punita.

Insomma, sei bravo se non rompi le scatole e non crei problemi... e fai ciò che dico (e voglio) io adulto.

Questa è la realtà.

Come sempre accaduto storicamente, il bambino deve genuflettersi dinnanzi alla volontà dell’adulto. Ingannati dalle vecchie teorie psicologiche del passato reprimiamo i bambini credendo di educarli, ma in realtà li stiamo danneggiando.

Non lo facciamo di proposito, stiamo solo ripetendo gli stessi schemi che noi stessi abbiamo appreso nella nostra infanzia. Siamo noi stessi vittime di modelli culturali e di false credenze, convinti di fare la cosa migliore… e tutta la disinformazione che circola su questo delicato argomento di certo non aiuta.

Fatto è che siamo ancora largamente condizionati da una morale repressiva che riporta ai sacri principi educativi di stampo dogmatico: obbedienza, sottomissione, negazione di se stessi.

Il bambino non è libero di esistere — di essere ciò che è. Avere idee personali, e una volontà propria è considerato come un’ostinazione da combattere in tutti i modi… Su questo delicato aspetto, se andiamo indietro nel tempo di un paio di secoli, scopriamo che gli educatori di allora sapevano bene che i bambini vengono al mondo con una volontà propria ma evangelizzavano che la loro volontà doveva essere stroncata nei primi due anni di vita.

Di seguito le argomentazioni di Johann Sulzer, che risalgono al 1748!

È del tutto naturale che l’anima voglia avere una volontà propria e, se non si è lavorato con cura nei primi anni, in seguito la meta sarà più difficile da raggiungere. Questi primi anni presentano, tra l’altro, anche il vantaggio che si può far uso di violenza e di mezzi di costrizione. Con il passare degli anni i bambini dimenticano tutto ciò che è loro occorso nella prima infanzia. Se si riesce a privarli della loro volontà in quel periodo, poi essi non ricorderanno mai più di averne avuta una, e il rigore di cui si dovrà far uso, proprio per questo motivo non avrà conseguenze deleterie.”

Vero che dimentichiamo ciò che è accaduto nella nostra prima infanzia… ma le conseguenze di questo genere di “educazione” sono ben più che deleterie (e questo è oggi ampiamente dimostrato anche a livello scientifico).

Negli ultimi tre secoli, è stato detto alle genti che bisogna combattere contro l’ostinazione del lattante, dipinto come cattivo e malvagio; e anche come punire severamente la testardaggine nei bimbi piccoli, considerati come dei piccoli tiranni… Addirittura, alcuni educatori di un tempo sostenevano che la testardaggine è l’unico vizio che merita le busse!

Oggi, anche se i metodi sono cambiati e le punizioni corporali sono vivamente sconsigliate anche da molte associazioni, organizzazioni, governi (e non solo dal buonsenso), l’obiettivo resta sempre e comunque il controllo (comportamentale/psicologico, attraverso un sistema di punizioni e ricompense fatto di castighi e premi) e questo è sempre antitetico alla libera espressione dell’individuo (e poi, va anche detto che nella letteratura il controllo è associato in modo costante al disadattamento).

Si continua a imporre, ordinare, esigere, chiedere perentoriamente.

Non si tiene in considerazione che il bambino è un essere umano a tutti gli effetti, con una sua volontà personale, e così gli si impedisce di esercitarla.

Credendo (erroneamente) che i bambini non sanno scegliere non li si prende sul serio e li si costringe a vivere la volontà di altri come fosse la propria (così scriveva Rousseau: “La libertà non consiste tanto nel fare la propria volontà quanto nel non essere sottomessi a quella degli altri.”).

Educando il bambino all’obbedienza, a essere conforme alle aspettative e agli standard, non si fa altro che soffocare la sua libera espressione, alienandolo da se stesso e trasformandolo in qualcosa che non è... (e qui sta il problema di fondo della nsotra società moderna: nessuno è chi sarebbe diventato se non fosse stato educato a essere come gli altri vogliono).

Si tratta di una vera e propria limitazione dell’attività vitale: dell’inibizione della vita stessa (infatti: “la vita stessa non sarebbe altro che una manifestazione della volontà” Treccani).

Tutto viene dato dagli altri, dall’esterno… e non è di natura intrinseca (molti credono addirittura che la motivazione intrinseca non esista). Il bambino è costretto a rinunciare a se stesso... a costruirsi un faslo sé... al tradimento... a accettare uno sconveniente comporomesso e non essere più fedele a ciò che realmente è... con tutte le conseguenze del caso.

In pratica, funziona in questo modo: veniamo al mondo attraverso persone che non sanno perché sono al mondo ma vogliono imporre (e impongono) il loro mondo su di noi. I

l mondo viene imposto sui bambini. Con tutte le buone intenzioni, tutti cercano di plasmare i bambini secondo le proprie idee e concezioni… per farlo diventare qualcuno! ("Ci preoccupiamo di ciò che un bambino diventerà domani, ma ci dimentichiamo che lui è qualcuno oggi.” Stacia Tauscher) 


Ogni bambino (e ognuno di noi: tutti siamo stati bambini!) viene però al mondo per un’intenzione, per necessità di vocazione. Ognuno di noi porta un’immagine nel suo cuore. Nasciamo con dei doni e talenti straordinari, che però (e purtroppo!) per la maggior parte di noi rimangono inespressi perché la nostra integrità è stata lesa… e siamo stati deformati/storpiati “per il nostro bene”...

Ma anche qui, va detta una cosa molto importante... ovvero, che la propria volontà va esercitata solo su se stessi e mai sugli altri... perché noi non sappiamo qual è la vocazione di altre persone, neanche dei nostri figli... e cercando di trasformarli in qualcosa che non sono non stiamo facendo loro un favore... ma li stiamo ostacolando.

Interferire con la vita di un individuo e non permettere alla sua vera natura di esprimersi è gravissimo e disastroso in termini evolutivi.

Abraham Maslow lo aveva capito: “Un musicista deve fare musica, un artista deve dipingere, un poeta deve scrivere, se vuol essere alla fine in pace con se stesso. Ciò che un uomo può essere, egli deve essere. Dev’essere fedele alla sua vera natura. Questo bisogno lo chiamiamo auto-realizzazione.” Eppure… nella nostra società da bambini non ci viene permesso di crescere liberi verso la nostra autonomia e indipendenza, di fare ciò che veramente vogliamo nella nostra vita…

No, come siamo non andiamo bene… dobbiamo trasformarci in qualcun altro… dobbiamo sempre essere meglio per raggiungere questo o quel traguardo imposto da altri (solitamente: status, ricchezza materiale, potere sociale).

Al bambino viene chiesto di tradire se stesso. E anche qui lo psicologo statunitense aveva centrato il bersaglio, delineandone le conseguenze: “chi tradisce il proprio talento, il pittore nato che si mette a vendere calze, l’uomo intelligente che vive una vita banale, chi vede la verità e non apre bocca, il vigliacco che rinuncia alla propria dignità, tutte queste persone percepiscono profondamente di aver fatto un torto a se stesse, e pertanto si disprezzano.”

Queste persone non si concedono la libertà di essere se stesse, di essere chi sono veramente. Si adattano ad una realtà creata da altri, in quanto non si sentono libere di essere ciò che sono e realizzare ciò che veramente vogliono.

Risultato?

9 persone su 10 non trovano un senso in ciò che fanno (State of the Global Workplace report 2013 e 2017) e il rimpianto più comune delle persone in punto di morte è quello di non aver avuto il coraggio di fare ciò che veramente avrebbero voluto ma di essere invece scese a compromesso con le aspettative degli altri… Per non parlare del fatto che la depressione è ormai diventata la malattia più diffusa al mondo!

E questo è perché nessuno occupa il suo spazio!

Per questo è assurdo continuare a limitare i bambini “perché altrimenti fanno ciò che vogliono.”

Al contrario! Bisogna supportarli a realizzare ciò che veramente vogliono! E smetterla di nutrire una visione decisamente pessimista e cinica dell’infanzia! I nostri figli hanno bisogno di libertà e sostegno. Di un facilitatore, di un compagno sul piano fisico e psichico, di una guida e non di un controllore o di un carceriere! Il senso di realizzazione ha a che fare con lo scopo della vita, e se lasciati liberi, senza paure né condizionamenti, qualsiasi cosa vorranno fare e diventare li appagherà e renderà felici. Non è forse quello che noi genitori vogliamo per loro?

Perciò, è importante uscire dai vecchi schemi del passato... e se vogliamo davvero distruggere qualcosa... allora distruggiamo la morale repressiva, la cultura, le tradizioni, il dogma e la nostra vecchia mentalità e l'inconsapevolezza... ma non la volontà dei nostri ragazzi.

 

“Solo colui che non si lascia ridurre a strumento della volontà altrui può soddisfare i propri bisogni personali e difendere i propri diritti legittimi.” A. Miller

 

Al mondo, ognuno ha il sacrosanto diritto alla sua realizzazione ed è chiamato a "fare la propria Volontà." Donald M. Kraig lo spiega egregiamente in questi termini: 'fare la propria Volontà? non significa 'fare quello che si vuole'. Piuttosto, significa che dovete scoprire qual è la vostra 'Vera Volontà', e dedicarvi solo a essa. Se agite secondo la vostra Vera Volontà, e non solo secondo le vostre speranze o il vostro ego, allora sarete in armonia con il divino. 'Fare la propria Volontà' significa scoprire cosa dovete fare nella vita, e farlo".

L'unica certezza è il cambiamento, e nella caotica complessità del mondo moderno è alquanto facile distrarsi, perdersi e lasciarsi sfuggire le opportunità di realizzazione che questa nuova economia offre. Per questo motivo, è davvero importantissimo essere molto chiari su quel che si vuole, raffinare le proprie doti di leadership e creare la propria realtà di vita attorno alle proprie priorità per realizzare chi si è e ciò che si vuole veramente fare — il proprio vero scopo. Il fine di questo libro è proprio quello di supportarti in questa impresa (leggi l'estratto su questo link).

Photo by Rachel on unsplash

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