Perché non stai facendo la tua vera volontà

formazione leadership Mar 26, 2018

Nove persone su dieci vivono una vita insensata!

Questo è purtroppo un dato di fatto (dimostrato in modo inequivocabile dalle ricerche condotte dalla società Gallup in 141 paesi, nel 2013 e in 155, nel 2017 (State of the Global Workplace report).

Ma come mai?

Come mai così tante persone, praticamente il 90%, non trovano un senso in ciò che fanno?

La risposta è semplice: molti fra noi non stanno facendo la loro vera volontà... perché educati a vivere la volontà altrui come fosse propria!

Non hanno per mestiere la loro passione.

Non amano ciò che fanno.

Al contrario, molto spesso fanno un lavoro che in realtà detestano…

E tutto questo, ovviamente, influisce in modo molto negativo su tutti gli altri aspetti della propria vita (se non trovi un senso nel tuo lavoro… presto o tardi anche la tua vita perderà di significato!) e sulla società intera.

Non è mica un caso che già nel 1992 lo stress fu considerato la malattia del secolo...

E che la depressione è ormai la malattia più diffusa a livello planetario...

Il malcontento, le frustrazioni, i drammi e le sofferenze sono tutte questioni che possiamo ricollegare a questo discorso, in quanto tutto origina da un sistema altamente disfunzionale (ma che anche in questa nuova economia continuiamo a mettere davanti all’Uomo, e all’Umanità, come abbiamo iniziato a fare con ancora più veemenaza a partire dal 1911, accogliendo a braccia aperte e implementando le idee di Frederick Taylor).

Ancora oggi, nel business e nella vita in generale siamo governati da un sistema di credenze che abbiamo ereditato dalle vecchie generazioni, condividiamo a livello collettivo e fatichiamo a mettere in discussione, confondendolo per scientifico.

Ignorando i fatti dimostrati e le conoscenze cha abbiamo oggi in molti ambiti, continuamo a guardare ai sintomi, cercando di rimediare con qualche metaforico cerotto, ma in realtà siamo totalmente miopi di fronte alla causa di tutto il caos che ci circonda.

Sembra quasi che non vogliamo vedere la verità, e renderci conto che il problema di fondo è il mondo in cui veniamo educati.

Infatti, leader si nasce, ma veniamo educati a non esserlo.

Nessuno è chi sarebbe diventato se non fosse stato addomesticato a essere qualcun altro.

Nessuno è al suo posto.

Funziona così: da bambini veniamo al mondo biologicamente programmati per educare e realizzare noi stessi ma sin dalla culla dobbiamo imparare a seguire non noi stessi ma qualcun altro. Veniamo educati all'obbedienza, a essere conformi alle aspetattive, a essere  come gli altri vogliono. In questo modo, veniamo letteralmente dirottati dal vero asse della nostra vita ed è così che sviluppiamo una falsa immagine di noi stessi che ostacola (e in molti casi impedisce) la nostra auto-realizzazione.

Nasciamo con un immenso potere creativo, ma veniamo deprivati della nostra volontà e dignità umana sin dalle prime settimane di vita.

Lo spiega molto bene Alice Miller: “Le nevrosi e le psicosi, infatti, non sono dirette conseguenze di reali frustrazioni, bensì l’espressione della rimozione di traumi. Quando si tratta soprattutto di educare i bambini in maniera che essi non si accorgano del male che si fa loro, delle cose di cui li si priva, di ciò che essi perdono, della persona che avrebbero potuto essere se educati diversamente, e di chi essi siano in realtà, e qualora questa educazione applichi sufficientemente in tempo, allora in seguito l’adulto — a prescindere dalla sua intelligenza — vivrà la volontà degli altri come se fosse sua propria. Come potrà mai infatti sapere che la sua volontà è stata stroncata, dal momento che non gli è mai stato consentito di farne esperienza?"

Veniamo educati a essere qualcuno che non siamo.

Questo già in casa, dalla nascita.

Poi, i problemi continuano, con l’edu-castrazione del sistema scolastico.

La scuola moderna non è infatti stata ideata con il fine di sviluppare le potenzialità dell'individuo, ma per rispondere ai fabbisogni industriali e formare lavoratori a basso costo e obbedienti che avrebbero lavorato bene nel sistema.

Anche in questo caso, gli architetti del sistema scolastico moderno ritenevano che il compito principale delle scuole doveva essere quello di rendere docile e obbediente la volontà. Ancora oggi è così, e si parte dalla premessa (errata!) che il bambino è un vuoto da riempire con le nozioni della cultura dominante... e in questo modo il suo mondo interiore viene ancora più devatato. La sua immaginazione craeativa viene letteralmente soffocata. Deve inurgitare tonnellate di dati triviali passivamente, da imparare a memoria. Deve stare seduto per lunghi periodi di tempo. Non può dedicarsi ai suoi interessi (cosa fondamentale per scoprire chi si è e cosa si vuole veramente). Non può giocare (fondamentale per lo sviluppo dell'essere umano). Deve semplicemente eseguire gli ordini e mai mettere l'autorità in discussione.

In fondo, di questo vi era bisogno nelle fabbriche. Non di creatività, non di passione.

E purtroppo, ancora oggi, tutto ci spinge verso il conformismo.

Si livella. Si pareggia.

A nessuno importa della vocazione.

Infatti, la vocazione ha ben poco a che fare con la scuola dell'obbligo. Disse bene James Hillman:  “In molti casi, non è stato a scuola ma in attività al di fuori dai programmi scolastici che si è fatta sentire la chiamata — è come se l’immagine del cuore fosse ostacolata dall’istruzione della scuola — con i suoi programmi e la sua regolare scansione del tempo.”

E poi, a 18 anni pretendiamo che questi ragazzi siano diventati degli adulti autonomi, indpendienti, integri, responsabili e che sanno ciò che vogliono dalla loro vita?

Dei leader?

Ma come si può pretendere questo?

Come sosteneva il padrino degli studi sulla leadership, Warren Bennis, diventare leader è sinonimo di diventare se stessi, quel che invece facciamo ai giovani è alienarli da se stessi, disconnettendoli da quella che è la loro vera natura.

Questo è alla base di tutti i nostri problemi, come individui e come società.

Oggi però abbiamo compreso questo meccanismo e siamo chiamati ad assumerci le nostre resposnabilità e agire su due fronti ben precisi.

Il primo è quello di permettere ai bambini di essere liberamente ciò che sono e di non sottoporli allo stesso trattamento che abbiamo subito noi.

Parallelamente, dobbiamo lavorare sui nostri condizionamenti e imparare nuovamente a volere.

Chieditelo: stai facendo la tua vera volontà? Stai vivendo la vita che veramente vuoi?

Che cosa vuoi tu, veramente?

 

L'unica certezza è il cambiamento, e nella caotica complessità del mondo moderno è alquanto facile distrarsi, perdersi e lasciarsi sfuggire le opportunità di realizzazione che questa nuova economia offre. Per questo motivo, è davvero importantissimo essere molto chiari su quel che si vuole, raffinare le proprie doti di leadership e creare la propria realtà di vita attorno alle proprie priorità per realizzare chi si è e ciò che si vuole veramente fare — il proprio vero scopo. Il fine di questo libro è proprio quello di supportarti in questa impresa (leggi l'estratto del libro su questo link).

Photo by niu niu on unsplash

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