Quando il lavoro diventa schiavitù

leadership Jan 23, 2018

Il problema di fondo della nostra società moderna è che abbiamo perso il senso della vocazione e della vita.

Qui non si tratta però di filosofeggiare sul senso della vita... ma del proprio scopo nella vita.

Ognuno di noi è il suo progetto di vita e ciascuna persona viene al mondo per un'intenzione, per necessità di vocazione — per realizzare sé stessa.

Da bambini non veniamo però supportati a sviluppare il nostro potenziale e trovare un posto nel mondo alla nostra specifica vocazione.

Non siamo liberi di essere e divenire ciò che siamo.

Veniamo educati: il mondo ci viene imposto.

In realtà, funziona così: veniamo al mondo attraverso persone che hanno dimenticato chi sono. Che non sanno neanche perché sono al mondo e che pretendono di imporre il loro mondo su di noi.

E questo circolo vizioso si ripete, di generazione in generazione.

Al giorno d'oggi, questo processo di inculturazione, socializzazione e deindividuazione è sempre più spaventosamente evidente.

Come conseguenza, nessuno sta facendo ciò che dovrebbe compiere e realizzare: nessuno occupa il suo spazio. Nove persone su dieci non trovano un senso in ciò che fanno, che è come dire che vivono una vita insensata (State of the Global Workplace report 2013 e 2017); il rimpianto più comune delle persone in punto di morte è quello di non aver avuto il coraggio di fare ciò che veramente avrebbero voluto, ma di essere invece scese a compromesso con le aspettative degli altri; la depressione è la malattia più diffusa, a livello planetario (Oganizzazione Mondiale della Sanità); ecc.

Totalmente disconnesse da se stesse molte persone hanno dimenticato di essere il proprio progetto di vita e trascorrono la loro intera esistenza senza neanche chiedersi cosa è per loro importante. Soffrono (perché il potenziale inespresso causa dolore), vivendo ogni anno la replica dell'anno precedente, e cercando di anestetizzare la loro sofferenza con ogni rimedio possibile pensando che la via sia solo produrre, consumare, morire.

L’essere umano (e neanche gli animali se per questo!) non è però una macchina che produce.

La vita è molto più di questo.

Ma visto che in questo sistema (che il secolo scorso abbiamo messo davanti all’Uomo e all’Umanità) ci nasciamo… e cresciamo… arriviamo al punto di non porci più domande.

Smettiamo di porle da piccoli, quando percepiamo che i nostri quesiti irritano gli adulti, che le ritengono banali o comunque ci dicono che c'è un solo modo giusto per fare questo e quello, imponendo le loro verità e credenze.

Nella nostra società abbiamo purtroppo una visione parecchio cinica dell'infanzia, e dell'essere umano. Viviamo e lavoriamo in una società prettamente adultocentrica che continua ad accanirsi sui bambini, educandoli all'obbedienza e rendendoli esattamente uguali agli adulti in un processo di indottrinamento che vuole trasformare gli esseri umani in un codice a barre, livellandone la coscienza: consumatori schiavizzati psichicamente che pensano solo a soddisfare i loro infiniti desideri, completamente pilotati dal marketing e dalla propaganda moderni, che utilizzano le leve della paura e dei desideri inconsci a loro piacimento per manipolare la pubblica opinione e dirigere il pensiero delle masse.

Ma è forse vita questa?

Non è terrificante tutto questo? Come disse Victor Hugo, "La morte non è niente; non vivere è spaventoso."

Il punto è questo. Come sosteneva lo scrittore italiano Amadeus Voldben, se rimaniamo allineati al vero asse della nostra vita, la realizzeremo compiutamente. Altrimenti, vegeteremo in uno stato scorretto e in un comportamento deviato, camminando inesorabilmente verso la disperazione del rimpianto. E francamente, io credo che non vi sia un dolore più grande che rendersi conto, un giorno, di aver sprecato la propria vita.

Per questo, il mio suggerimento è quello di fermarti un attimo e chiederti che cosa è importante per te. Non per tua mamma, per tuo papà, per la tua fidanzata, per il tuo fidanzato, per tua moglie, per tuo marito, per la tua maestra di scuola o per il tuo capo al lavoro. Per te!

Che cosa vuoi veramente?

Questo lo devi sapere, perché è il punto di partenza.

Devi anche sapere che ciò che vuoi lo puoi ottenere (anche se tante persone, i miscredenti, ti hanno sempre detto il contrario, e che ciò che vuoi è possibile!). Tutto è possibile, e come si usa dire se puoi immaginarlo puoi farlo.

Puoi essere tutto ciò che vuoi e ottenere ciò che desideri. La cosa importante è deciderti su chi vuoi essere e cosa voi diventare. È fondamentale che tu riscopra chi sei e qual è il tuo perché nella vita: che tu abbia uno scopo e faccia tutto il necessario per realizzarlo.

Non sprecare tempo e energie in distrazioni, futilità, fantasticherie ma agisci intenzionalmente, con fede, dirigendo le tue risorse in modo intelligente verso ciò che veramente vuoi.

Ricorda: sei qui per realizzare grandi cose, per fare della tua vita un'opera d'arte. Non per vivere una vita banale, mediocre, ordinaria.

 

In questo libro scopri un modello da applicare alla tua quotidianità e delle efficaci strategie per vivere la vita che veramente vuoi (leggi l'estratto su questo link).

 

L'unica certezza è il cambiamento, e nella caotica complessità del mondo moderno è alquanto facile distrarsi, perdersi e lasciarsi sfuggire le opportunità di realizzazione che questa nuova economia offre. Per questo motivo, è davvero importantissimo essere molto chiari su quel che si vuole, raffinare le proprie doti di leadership e creare la propria realtà di vita attorno alle proprie priorità per realizzare chi si è e ciò che si vuole veramente fare — il proprio vero scopo. Il fine di questo libro è proprio quello di supportarti in questa impresa (leggi l'estratto su questo link).

 

“Non puoi essere sicuro di avere successo oggi o la prossima settimana, ma devi essere sicuro e convinto che succederà.” (…) “Vai avanti con fede, seguendo la Legge, e avrai ciò che vuoi. La legge si applica anche se non sei pronto. Puoi essere un operaio sfruttato, un semplice ingranaggio dell’industria, potrai non vedere alcuna prospettiva di progresso. Ma ricorda: se sei in grado di vivere meglio, esiste un modo per farlo.” W. Wattles

“La vocazione significa avere per mestiere la propria passione.” Stendhal

“Forse la parte più importante della cultura della ricchezza consiste nel trovare il luogo di lavoro in cui sarai felice. Chi non è felice lavorando, è uno schiavo.” Wallace Wattles

 

Photo by R. Martinez on unsplash

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