Sculaccia te stesso

educazione genitorialità consapevole psicologia Nov 14, 2018
 

Lo psicologo israeliano Haim Ginnot ha detto una cosa molto interessante: “Quando un bambino colpisce un bambino, si parla di aggressione. Quando un bambino colpisce un adulto, si parla di ostilità. Quando un adulto colpisce un adulto, si parla di assalto. Quando un adulto colpisce un bambino, la chiamiamo disciplina.”

Non è forse assurdo tutto questo? Picchiare un adulto è una tortura, un reato punibile dalla legge. A tutt'oggi, picchiare un bambino passa invece per misura educativa.

Oggi si sente molto parlare di "buonismo educativo", in modo particolare in relazione al dilagante disagio giovanile. Facendo di ogni erba un fascio, vi sono persone che sostengono che i ragazzi di oggi (da costoro considerati maleducati, irrispettosi, violenti e bulli) non ne hanno prese abbastanza, che qualche bel ceffone lo dovevano prendere, e che è proprio perché non ne hanno mai presi che sono diventati così. Secondo loro, i genitori che non picchiano i propri figli sono delle pappe molli, dei rammolilti senza spina dorsale, ed è solo con qualche bello scapaccione, o magari tirando fuori la verga dall'armadio che si insegna ai figli a stare al mondo.

Ma si pensano davvero queste cose?

Sì, perché per molti questa è quella che ancora oggi chiamiamo "educazione", visto che in passato (e molto spesso ancora oggi) i comportamenti ritenuti non approppriati venivano immediatamente... "corretti"...

Se per questo, già ai tempi di Salomone, come si evince da alcuni proverbi, il fanciullo andava corretto: ”Chi risparmia la verga, odia suo figlio, ma chi lo ama lo corregge” (Proverbi 13.24); “Castiga tuo figlio, perché c’è sempre speranza, ma non eccitare te stesso fino a ucciderlo” (19.18); “La stoltezza è attaccata al cuore del fanciullo, la verga della correzione la scaccerà da lui” (22.15); “Non risparmiare la correzione al fanciullo, perché anche se lo batti con le verghe, non morirà” (23.13).

In ogni modo, su questo delicato tema c’è davvero molta confusione. In più, di certo tutti gli opinionisti dal talk-show che dalla televisione puntano il dito contro tutti (giovani e  contro i genitori soprattutto) proponendo analisi alquanto superficiali, non sono molto di aiuto. Anzi, a parer mio gli esperti del vecchio che giustificano e promuovono certi metodi educativi ormai obsoleti sono parte integrante del problema: in caso di disagio giovani e genitori vanno aiutati a risolvere le loro situazioni e non messi alla gogna o crocifissi...

Dunque, fermiacoci un attimo a riflettere... Anzitutto, "buonismo" che cosa vuol dire? Il dizionario ci dice che “è termine di recente introduzione ma di larga diffusione nel linguaggio giornalistico" (soprattutto utilizzato per quanto riguarda la stampa gialla e gli urlatori politici) e significa “ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversari, o nei riguardi di un avversario.” Ma fatemi capire, i figli allora sono da considerarsi come degli avversari? Già qui ha poco senso (è chiaro che partire dalla premessa che i nostri figli sono dei rivali, o degli oppositori... non potrà certamente portare a una relazione armoniosa con loro).

Oppure significa che con i figli non bisogna mostrarsi tolleranti e affettuosi?

O forse, quando si parla di buonismo si intendono i genitori che trattano i loro figli con amore e rispetto? E qui di senso ne avrebbe ancora di meno, perché (a parte il fatto che è così che dovrebbe essere) un bambino amato e rispettato non diventa un bullo violento.

Allora il problema qual è?

A parte che si usano dei termini a sproposito, intendo...

Semplice, si confondono gli effetti con le cause. Non è che questi ragazzi che picchiano e si comportano in un certo modo non sono stati "educati". Lo sono stati eccome... a suon di sganassoni.

Il loro comportamento riflette con chirurgica precisione l'educazione che è stata loro impartita.

E poi, corrisponde al vero che oggi i bambini non ne prendano abbastanza come affermano i nostalgici della verga? Non proprio. In verità, la situazione è tutt'altro che rosea. Le ammonIzioni corporali iniziano molto presto e educare a suon di sberle, sculacciate e scappellotti, e instillare la paura nei bambini e infliggere loro delle sofferenze è considerato come la normalità! (certo, facendo un paragone con il passato oggi sembra che le busse e percosse abbiano lasciato spazio sl sistema dei premi e delle punizioni ma le conseguenze sono comunque deleterie, in entrambe i casi).

I dati dell'UNICEF parlano chiaro: a livello mondiale, circa 300 milioni di bambini dai 2 ai 4 anni (ovvero 3 su 4) sono sottoposti regolarmente a una forma di disciplina violenta (fonte). Alle nostre latitudini: in Svizzera un bambino su due è confrontato con metodi educativi violenti (fonte), e in Italia la percentuale di bambini maltrattati in casa è 70%! (fonte).

Anche se molti sostengono il contrario, sculacciate, ceffoni e scappellotti rientrano nei parametri di una disciplina violenta. L’evidenza scientifica dimostra che le conseguenze negative sono praticamente le medesime di abusi più gravi (con lievi variazioni). Le ricerche condotte sull’arco di 50 anni che hanno visti coinvolti 160’927 bambini di 13 nazioni diverse (fonte) hanno dimostrato senza il minimo dubbio che la sculacciata è correlata con un’elevata probabilità di riscontare problemi legati alla salute, psicologici e sociali.

Sempre più studi e ricerche rivelano che la punizione corporale nuoce gravemente ai bambini, anche se molti adulti non sembrano udire il messaggio.

A tal riguardo, un imponente studio condotto negli Stati Uniti (fonte) ha dimostrato una stretta correlazione fra le esperienze avverse infantili con i problemi di salute e psicologici, con comportamenti deviati e addirittura con la morte prematura.

Inoltre, grazie alle tecnologie di neuro-immagine si è scoperto che questi sistemi correttivi creano dei problemi per quanto riguarda lo sviluppo cerebrale (fonte, fonte). Tradotto, le violenze subite nei primi anni di vita, quando il cervello si sta ancora formando, causano un danno a livello neurologico piuttosto che di natura psicologica.

In più, quando è la persona che si prende cura del bambino (che dovrebbe, per l'appunto, prendersi cura del bambino!) a essere per lui fonte di stress, rivelandosi una minaccia, ci troviamo di fronte a quella che viene considerata l'interferenza principale in termini di sviluppo cerebrale (fonte).

Non dobbiamo inoltre dimenticare che quel che il bambino registra è una violenza: registra di essere stato aggredito dalle persone che ama e che dovrebbero proteggerlo e perdersi cura di lui! Quel che si crea è dunque una enorme confusione: se mamma e papà, che sono quelli che si prendono cura di me e che io amo incondizionatamente mi picchiano come registro io questa cosa? Risposta: come un fatto normale, ed è proprio così che si impara la violenza e anche questa modalità per risolvere i conflitti.

Oggi, fortunatamente, stiamo assistendo a un grande cambiamento e in diversi paesi questi sistemi correttivi sono stati vietati per legge (fonte) e molte organizzazioni si stanno impegnando per mettere fine alla crudeltà nei confronti dei bambini.

Da una parte, sembra davvero assurdo (e molto triste) dover legiferare su ciò che dovrebbe essere garantito dal buonsenso ("Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini." Dietrich Bonhoeffer). D'altra parte, vista la situazione, questo può certamente servire per far luce su queste dinamiche e portare consapevolezza.

Questo è secondo me il punto importante: la consapevolezza!

Non solo è oggi fondamentale essere consapevoli di quanto sono nocivi i vecchi metodi educativi ma è fondalmentale inserire la consapevolezza nella propria quotidianità: essere genitori consapevoli.

Perciò, credo sia opportuno smetterla di puntare il dito qui e là come siamo soliti fare per cercare un colpevole o un capro espiatorio, ma piuttosto metterci in discussione e andare finalmente a vedere quali sono veramente le cause all'orgine del disagio giovanile e non solo, invece che continuare ad alimentare quel sistema repressivo alla base del problema.

PS. se in casa tua vengono ancora utilizzate le punizioni corporali, il suggerimento è quello di impegnarti a smettere immediatamente. In ogni caso, condividi questo post con altri in modo tale che possano beneficiare di queste informazioni, prendendo atto di quali sono le conseguenze di sculacciate, ceffoni e simili.

 

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