Segui la volontà del tuo cuore

educazione genitorialità consapevole leadership Jun 29, 2018

Troppo spesso noi crediamo di volere o di dover volere sulle basi delle aspettative di terzi o di quel che la società ha progettato per noi, ma non vogliamo veramente.

In fondo, siamo stati educati così: a conformarci alle aspettative... Da bambini, infatti, dobbiamo imparare sin da subito a seguire non noi stessi ma qualcun altro...

A eseguire gli altrui comandamenti, e sottometterci ai voleri altrui.

In altri termini: a essere come gli altri vogliono.

E questo è assolutamente devastante per quanto concerne la nostra realizzazione  personale. Come possiamo divenire noi stessi se non ci viene permesso di essere liberamente ciò che siamo... e veniamo letteralmente disconnessi dalla nostra vera essenza?

Infatti, è proprio quel che succede: dirottati dal vero asse della nostra vita siamo costretti a rinunciare a noi stessi ed è così che sviluppiamo una falsa immagine che prenderà il posto di ciò che siamo veramente... dimenticandoci di essere il nostro progetto di vita e vivendo la volontà altrui come se fosse la nostra!

Questo è un problema molto serio, di proporzioni globali, alla base del dilagante disagio che avvolge l'Umanità.

Semplicemente: nessuno è chi sarebbe diventato se non fosse stato addomesticato a essere qualcun altro.

Le ricerche della società Gallup, in 141 paesi nel 2013 e in 155 nel 2017, lo dimostrano in modo inequivocabile: nove persone su dieci non trovano un senso in ciò che fanno, che è come dire che vivono una vita insensata. Oltre a ciò, il rimpianto più comune delle persone in punto di morte è proprio quello di non aver avuto il coraggio di vivere la vita che veramente avrebbero voluto... ma di essere scese a compromesso con le aspettative degli altri.

Francamente, io credo che non ci sia dolore più grande che accorgersi un giorno, quando è ormai troppo tardi... di aver sprecato la propria vita!

Su questo ho portato molta riflessione...

Diversi anni fa, trovandomi in circostanze poco congeniali, mi sono confrontato con questo dilemma. Dopo l’ennesima esperienza lavorativa poco gratificante, ero rimasto senza impiego.

Mi improvvisai dunque in un marketing decisamente vecchio, come fanno un po’ tutti, e inviavo CV qui e là, nell’attesa di essere chiamato per un colloquio, aspettando di essere scelto.

Lo avevo già fatto in passato. In fondo, è così che veniamo istruiti a scuola.

Dunque... cosa avrei trovato? Mi sarei dovuto adeguare a un lavoro che non mi piaceva e accettare degli sconvenienti compromessi? Era davvero questa la vita che mi si prospettava davanti? Vivere una vita nella lamentela dal lunedì al venerdì? Vivere per il fine settimana?

Il lavoro è una parte molto importante della nostra vita. Per prima cosa noi veniamo al mondo per necessità di vocazione... e ciò che dobbiamo compiere e realizzare riguarda l'immagine che portiamo nel nostro cuore... e non la logica industriale. In secondo luogo, al lavoro passiamo la maggior parte del tempo. Secondo uno studio sull'argomento si tratta del 35% della nostra vita adulta (o 100'000 ore).

E poi, se ciò che facciamo non ha per noi un significato, anche la nostra vita diventerà insignificante... e in qualità di esseri umani non possiamo sopportare una vita priva di significato. Senza uno scopo veniamo letteralmente deprivati della nostra ragione di esistere, come avevano già scoperto illustri pensatori del calibro di Maslow, Jung, Dostoevskij.

Disse bene Jim Collins: "È impossibile vivere una vita straordinaria, a meno che non sia una vita significativa; ed è davvero difficile vivere una vita significativa senza fare qualcosa di significativo."

Dunque... chi ero io? Cosa volevo io veramente?

Pensando al mio percorso scolastico, avevo inizialmente seguito un indirizzo commerciale, diplomandomi, perché dopo le scuole medie non avevo le idee chiare su cosa fare. Poi, ho studiato turismo al college, in Australia, soprattutto perché amo viaggiare e pensavo che quella fosse stata l’industria giusta per me. Gli anni di lavoro in quel settore mi suggerirono però che non era così… Poi, per caso: la moda internazionale, e per del tempo pensai che quello era il mio ruolo.

Un tempo credevo nella versione del successo che ci viene venduta. Avevo in mente l’idea che un buon titolo di studio e una buona esperienza in campo lavorativo portano alla felicità, e che quest’ultima si trovasse in cima alla scala aziendale di qualche grossa impresa…

Dopo essere stato nuovamente in Australia e aver conseguito il prestigioso MBA sono poi rientrato in Patria e ho scoperto che non era esattamente come pensavo.

Il mio ego fu letteralmente sgonfiato da alcune lezioni di umiltà alquanto toste... Insomma, si può dire che certe cose le ho imparate in stile "Old School"... La situazione del mercato del lavoro non era granché rosea e non credendo di avere alternative, ho accettato uno sconveniente compromesso e lavorato per quattro anni presso un'altra azienda di moda, sempre in ambito commerciale... ed eccomi lì, insieme alla mia sofferenza interiore, a pormi dei seri interrogativi sulla mia vita...

Che senso aveva questa vita?

Qual era il mio scopo?

Che cosa era veramente importante per me?

Decisamente, ero parecchio frustrato.

Cercavo altro, ma non volevo trovare un altro lavoro dove non ero riconosciuto e dove sarei stato ancora sfruttato come una batteria intercambiabile. In realtà non ero solo alla ricerca di un lavoro: mi sentivo davvero perso, ed ero piuttosto alla ricerca di me stesso.

Pensai dunque di andarmene via, lontano.

La "fissa", se così possiamo dire, per l’Australia non mi aveva abbandonato. E vista l’estrema difficoltà nell’ottenere il permesso di lavoro e residenza ecco il lampo di genio! Avrei continuato gli studi! Un Dottorato di ricerca (PhD) in Marketing mi avrebbe dato l’opportunità di ottenere un permesso di soggiorno per quattro anni almeno, e avrei potuto lavorare (con un semplice visto da studente non si può).

Poi, pensavo, sarebbe stato facile rimanere lì in pianta stabile, per sempre.

Contattai il Dipartimento di Marketing dell’Università dove avevo studiato per il Master e nel giro di tre mesi avevo preparato la mia proposta di tesi da presentare al Comitato direttivo.

Ero determinato. Se tutto andava per il verso giusto, quella era la mia strada.

Nel frattempo però, accadde qualcosa: mi sono innamorato! E fu proprio l’amore, quell’amore incondizionato che non avevo neanche mai conosciuto, che mi mise di fronte a degli interrogativi sempre più profondi… e a me stesso!

Cosa volevo io veramente? Cosa avrei fatto se la mia proposta di tesi fosse stata accolta? Cosa ne sarebbe stato di me… di noi?

Tutto ciò mi portò a confrontarmi sempre più seriamente con me stesso e chiedermi sinceramente cosa era veramente importante per me.

Perché volevo fare il PhD? Per passione e amore della materia? Perché credevo nel percorso accademico? Oppure semplicemente perché volevo tornarmene a vivere in Australia? Avrei fatto la cosa giusta, o avrei sprecato altri quattro anni della mia vita facendo qualcosa che in realtà non amavo? Avrei lasciato andare l’amore della mia vita, la mia Lei, per inseguire un sogno che non era neppure il mio? Che cosa avrei dovuto fare?

Alla fine, scelsi l’amore.

Non solo per la mia compagna, che è poi diventata mia moglie e madre dei miei figli, ma anche per la mia vocazione. E lì mi sono reso conto come siamo stati altamente condizionati durante la nostra crescita e sviluppo. Infatti, ciò che io volevo davvero in termini professionali corrispondeva esattamente a qualcosa che avevo sempre portato avanti, da una vita intera; a un messaggio che da sempre ho portato nel mio cuore. A una ricerca iniziata attraverso la mia stessa esperienza di vita, che sono giunto a portare per me stesso e per il collettivo. Da allora mi sono dunque dedicato integralmente alla divulgazione, alla formazione e all’insegnamento per aiutare le persone a riscoprire chi sono veramente e realizzare il loro potenziale e per promuovere una nuova educazione e ispirare altri a sviluppare il talento della leadership, con l’obiettivo che ognuno possa allinearsi alla propria vocazione, realizzandosi nella propria vita professionale e privata.

Mi sono reso conto che nella società in cui viviamo e lavoriamo la repressione pedagogica, sociale e morale della volontà è il problema principale e che noi tutti dobbiamo imparare di nuovo a volere (e per quanto riguarda i bambini, supportarli a trovare un posto nel mondo alla loro specifica vocazione e realizzare ciò che veramente vogliono piuttosto che imporre il nostro mondo adulto su di loro e sottometterli al nostro volere... perché questo è il problema di fondo).

Molto semplicemente, ognuno di noi viene al mondo per un’intenzione — per necessità di vocazione. Ciascuna persona è chiamata a compiere una speciale funzione che gli è propria, e di nessun altro. Tutti noi nasciamo con dei doni e dei talenti straordinari che però (e purtroppo) per molti rimangono inespressi in quanto, a causa di un'educazione intrisa di una ideologia pedagogica distorta e dell'inconsapevolezza, hanno perso il senso di chi sono veramente, come è capitato a me.

Troppi hanno dimenticato di essere il proprio progetto di vita… Sono scesi a compromesso con le aspettative degli altri… e trascorrono la loro intera esistenza senza neanche più chiedersi cosa è per loro importante!

Per questo, il mio umile suggerimento è proprio quello di fermarti un attimo e chiedertelo: cosa è importante per te?

Oggi, nella nostra società moderna, la maggior parte delle persone vive una vita ordinaria, banale e mediocre... ma questo può e deve cambiare.

Noi non siamo nati per vivere una vita insignificante e insensata ma per fare della nostra vita un'opera d'arte.

Per questo è davvero fondamentale riprendere in mano le redini della nostra vita e dedicarci a ciò che siamo chiamati a compiere e realizzare.

Martin Luther King disse molto bene: “Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato a essere, poi mettiti con passione a realizzarlo nella tua vita.” Questo dobbiamo fare, essere/divenire ciò che siamo e permettere agli altri di essere/divenire ciò che sono.

 

Note:

  1. La mia proposta di tesi fu accolta. Se del caso ti interessa il marketing e vuoi seguire un percorso del genere, sviluppare una ricerca di questo tipo, o semplicemente per darci un'occhiata, fammi sapere e sarò felice di invarti copia via email della mia proposta di tesi per il PhD: The impact of a converging media approach on brand credibility.
  2. Su questo link trovi invece i miei corsi di formazione online, e qui i miei libri.

 

 

L'unica certezza è il cambiamento, e nella caotica complessità del mondo moderno è alquanto facile distrarsi, perdersi e lasciarsi sfuggire le opportunità di realizzazione che questa nuova economia offre. Per questo motivo, è davvero importantissimo essere molto chiari su quel che si vuole, raffinare le proprie doti di leadership e creare la propria realtà di vita attorno alle proprie priorità per realizzare chi si è e ciò che si vuole veramente fare — il proprio vero scopo. Il fine di questo libro è proprio quello di supportarti in questa impresa (leggi l'estratto su questo link!).

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