Stai realizzando l'immagine che porti nel Cuore?

leadership Jun 23, 2017

"Sei qui per realizzare l’immagine che porti nel cuore. Non per vivere la vita in base alle aspettative degli altri!"

Questa è una delle prime cose che dovremmo dire ai bambini per aiutarli a rendere magica la loro vita (invece che castrare la loro immaginazione creativa facendo l'esatto contrario!).

Come ha detto B. Yoshimoto, “La magia tiene sempre la porta aperta. Davvero, sempre. Trovarla dipende solo da noi.” E chissà, forse era proprio alla magia che pensavo nella foto sopra, da bambino, mentre mi destreggiavo con la "bacchetta magica"!

Una cosa che credo sia molto importante da sottolineare (e che troppo spesso dimentichiamo) è che ciascuna persona viene al mondo per un’intenzione —per necessità di vocazione (no non siamo al mondo solo per produrre, consumare e morire!).

Nasciamo con un innato paradigma.

Sin dalla culla tutti però cercano in qualche modo di educarci (termine che oggi potremmo affiancare come sinonimo a condizionamento), e a nessuno interessa cosa vogliamo veramente.

Il problema di fondo è che sinora si è pensato che i bambini sono una sorta di vuoto creativo da riempire con le nozioni della cultura dominante… e che sono da “far crescere” attraverso un sistema di punizioni e ricompense, attraverso un processo di inculturazione e massificazione che spinge verso un conformismo fasullo (e che soffoca l’unicità!).

Tradotto: invece che esaltare le potenzialità di ognuno e favorire la libera espressione supportando in tutti i modi i bambini a trovare il loro spazio, vengono (consapevolmente o meno) condizionati a essere come gli altri vogliono.

La conseguenza è che un impostore prende il posto del proprio arista/leader interiore.

Inoltre, veniamo ipnotizzati a credere che successo significhi potere sociale, ricchezza materiale, fama, e crediamo che ciò si misuri solo ed esclusivamente con il denaro… e così ci lasciamo abbindolare, inseguendo delle false nozioni e vivendo una vita artificiale.

La conseguenza?

Nove persone su dieci non trovano un senso in ciò che fanno, che è come dire che vivono una vita insensata (State of the Global Workplace report 2013 e 2017).

In più, il rimpianto numero uno delle persone in punto di morte è quello di non avere avuto il coraggio di vivere una vita vera, una vita autentica, ma di essere scesi a compromesso con le aspettative degli altri… (Regrets of the Dying, Bronnie Ware).

Troppe... Davvero troppe persone hanno deviato il loro percorso e trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi che cosa è per loro importante.

Vivono una vita reattiva e passiva.

Non vivono che per conformarsi alle opinioni degli altri.

Vivono e muoiono nella mediocrità, senza realizzare ciò per cui sono venuti al mondo!

Ovviamente, questo è un bel problema.

Un problema che non riguarda solo il singolo, ma la società intera.

Infatti, la società è un insieme organizzato di individui (dunque, dobbiamo smetterla di puntare il dito contro la società, perché la società siamo noi tutti, insieme!) e se sommiamo tanti individui che hanno deviato il loro percorso non possiamo che ottenere come risultato… una società deviata!

Se ci pensi, oggi viviamo infatti in una società che considera “normale” e “ordinario” tutto ciò che è invece depotenziante per l’individuo e nocivo per la collettività.

Una società infetta da un capitalismo predatorio che ha messo il sistema davanti all’Uomo… ed il profitto sopra ogni cosa, anche sopra l’Umanità.

Tutto questo però non è stato proprio accidentale…

Infatti, nel secolo scorso, sulle basi delle premesse errate per cui l’essere umano è esclusivamente dominato da forze inconsce, aggressive, primitive ed è in realtà malvagio nel suo essere più intimo, le strategie e tecniche della propaganda moderna sono state concretamente applicate per manipolare le opinioni e le abitudini delle masse; con il velato intento di impedire alla vera natura dell’essere umano di manifestarsi liberamente, e dunque far sì che l’individuo si adattasse alle norme della società e non mettesse mai la realtà in discussione.

Questa era la via per la felicità, sostenevano i promotori di questa idea (fra cui Ann, la figlia di Freud).

Personalmente, come fra le altre cose professava Wilhelm Reich, sono invece convinto che molti difetti della personalità sono il risultato del proibizionismo e della repressione, che non permettono la libera espressione dell’individuo.

È così che l’immagine che portiamo nel cuore (ciò che siamo veramente) viene soffocata. La repressione, l’oppressione, il soffocamento della libera espressione danno vita ad una pseudo immagine, falsa e menzognera, che rispecchia esattamente il processo di inculturazione/socializzazione e massificazione caratteristico della contemporaneità e di una società che ha eretto la mediocrità e l’ignavia a stile di vita.

In questo modo siamo arrivati a co-creare una società dove la maggior parte delle persone sta letteralmente sprecando il proprio potenziale vivendo una vita che non è la propria, facendo un lavoro che non ama e realizzando il sogno di qualcun altro.

Oggi però siamo in una nuova economia. Il mondo sta cambiando molto rapidamente a livello sociale, politico ed economico. Le forze del cambiamento e della globalizzazione stanno rimodellando tutto, compreso il modo di lavorare, il posto di lavoro, la forza lavoro ed il lavoro stesso.

A causa dell’effetto dell’automazione sull’occupazione, nel giro dei prossimi vent’anni circa il 50% dei posti di lavoro che conosciamo oggi non ci saranno più. Inoltre, stando ai rapporti del World Economic Forum, il 65% dei bambini di oggi faranno dei lavori che oggi ancora non esistono, usando tecnologie che ancora non conosicamo (The future of jobs 2018).

Molti non si sono ancora resi conto che la quarta rivoluzione industriale è ufficialmente iniziata… Internet delle cose (IoT), mobile/cloud computing, realtà virtuale/aumentata, robotica, intelligenza artificiale e nuove interfacce uomo/macchina, et cetera stanno dando vita a realtà che solo pochi anni fa erano inimmaginabili!

Questo cambiamento ha portato con sé molta destabilizzazione (e nei prossimi 2/3 anni la turbolenza economica sarà ancora maggiore) ma anche tantissime nuove opportunità che sfuggono però alla mente che si è fermata sulle barricate dei vecchi modi di fare e di pensare.

Molti sono preoccupati e taluni hanno già iniziato a sostenere che i robot rubano e ruberanno il lavoro… mentre oggi, invece, è ancora molto comune sentir dire che il lavoro lo ruba la manodopera che costa meno…

[…ecco, su questo punto credo sia utile aprire una veloce parentesi e sottolineare che per la vecchia mentalità industriale conta solo ed esclusivamente il profitto… e dunque… se c’è qualcuno che può fare il tuo lavoro ad un prezzo minore, persona o macchina che sia, la sostituzione è solo una questione di tempo…!]

Ma… torniamo a noi…

Ovviamente, se si continua ad affrontare il cambiamento aggrappati con le unghie allo status quo… la situazione non sarà di certo rosea. In tal caso, se si persevera nel seguire questa linea di condotta (e si continua a resistere il cambiamento), lo scenario più dispotico che offre il prossimo futuro è quello di un enorme sviluppo tecnologico, accompagnato da carenza di talenti, aumento nelle diseguaglianze e disoccupazione di massa: una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista.

Personalmente, non sono così catastrofista...

Anzi, sono convinto che questi cambiamenti siano una grossa opportunità per tutti e che, con il prezioso supporto della tecnologia, si tornerà sempre più verso quell’Umanità che talvolta sembra perduta… ed ognuno potrà finalmente dedicarsi alla propria ragione di vita.

Ovviamente, è sottinteso, non solo l’Uomo va rimesso davanti al sistema, ma è fondamentale creare nuovi modelli di vita.

Come possiamo vedere tutti anche ad occhio nudo (basta vedere cosa sta succedendo nel mondo), il sistema che tutti conosciamo ed in cui siamo nati e cresciuti vacilla. È decisamente scricchiolante e totalmente eco-insostenibile. Un sistema economico basato sul debito assolutamente truffaldino che non potrà ancora reggere a lungo, anche se stanno cercando di frenare l’evoluzione in tutti i modi possibili… a suon di guerre e folli riforme.

Ma su questo ci possiamo fare poco.

Possiamo solo stare a guardare… e scegliere altrimenti! Non lasciarci invischiare dalle sabbie mobili della vecchia era, ma focalizzare tutti i nostri sforzi, tutte le nostre energie e focus, sul mondo che veramente vogliamo… sul mondo in cui veramente vogliamo vivere e che vogliamo lasciare ai nostri figli, ai loro figli e ai figli dei loro figli... Detto per inciso: dobbiamo nutrire l’immagine del mondo che vogliamo… non quel che non vogliamo! (sembra banale dirlo, ma troppo spesso il nostro sguardo è fissato su ciò che non va e ciò che non vogliamo nella nostrra vita). Per questo non dobbiamo attendere che giunga qualche impavido leader a cambiare le cose… o sperare in qualche partito politico… nel potere… o nelle masse…

Hanno mai cambiato qualcosa (in positivo, intendo)?

Mai.

La vera rivoluzione è su basi individuali.

Quindi… prova a interrogarti… ponendoti questa semplici domande: stai vivendo la vita che veramente vuoi e realizzando l’immagine che porti nel cuore… oppure no? Hai già uno scopo o vivi inconsciamente… senza neanche sapere esattamente perché fai ciò che fai?

Non vi è mai stato periodo migliore di questo momento per concretizzare ciò che veramente vuoi. Le conoscenze e la tecnologia che abbiamo a disposizione permettono di fare molto… moltissimo. Se ci pensi… praticamente ogni persona che possieda un computer ed una connessione a internet ha nelle mani gli stessi strumenti dei top della propria industria… e ciascuno può sbizzarrirsi nel creare ciò che vuole e pare che non ci siano limiti in tal senso!

Ma, ovviamente, così come per le imprese (che devono anch’esse riscoprire il fine della loro esistenza… che non è il profitto!), ci vuole uno scopo! Avere uno scopo ricopre una vitale importanza!

Lo scopo significativo ricopre un ruolo essenziale, in quanto è proprio attraverso quest’ultimo che creiamo la nostra esperienza e diamo un senso alla nostra vita.

Difatti, l’essere umano non sopporta una vita priva di significato, e per quanto riguarda la sfera privata (e anche professionale!), la mancanza di uno scopo significativo è decisamente il problema principale.

L’essere umano conduce una vita tormentata perché priva di uno scopo significativo.

E se non si ha uno scopo nella vita, si finisce per rimanere intrappolati nelle aspettative degli altri… dirigendosi lentamente, ma inesorabilmente, verso la dispersione del rimpianto.

Per questo ci vuole intenzionalità!

Ispirazione, intelligenza spirituale potremmo dire, come intesa da Anuradha Varma, che la esprime così:“Intelligenza Spirituale significa ‘realizzare’ quello che sei e vivere la vita in quella consapevolezza.” In altre parole, essere ciò che siamo e divenire ciò che siamo capaci di divenire (l’unico scopo della vita, secondo Spinoza).

Fondamentalmente, vivere una vita intenzionale significa essere fedeli alla propria vera natura, essere liberi di manifestare se stessi liberamente per ciò che si è, e funzionare intenzionalmente verso il proprio scopo e la propria realizzazione personale.

Pensa, anche solo per un istante, come sarebbe diverso il mondo se tutti vivessero una vita intenzionale!

Non sarebbe forse meraviglioso se tutti avessero per mestiere la propria passione e avessero modo di realizzare tutto il loro potenziale, a beneficio di tutti?

In tal caso, la gioia e la felicità prenderebbero il posto del malcontento, dell’inerzia e dell’indolenza che regnano oggigiorno a causa della mancanza di ideali, di uno scopo, e di valori che rendono il cuore arido.

…e qui arriviamo al punto focale di tutto questo discorso: qual è il tuo scopo significativo?

È davvero importante che ognuno faccia la sua parte. Non possiamo pretendere che le cose cambino da sole, o che siano il potere e le masse a cambiare qualcosa…

La soluzione sta nell’iniziativa individuale.

Come detto, la vera rivoluzione è su basi individuali ed è compito (e responsabilità) di ognuno essere il cambiamento che vuole vedere realizzato nel mondo e ispirare gli altri a fare altrettanto.

Questa è la vera leadership!

E tutto parte da dentro di te. Tutto si concretizza nell’interiorità.

Come evidenziò James Allen, “non esiste progresso se non quello interiore” ed è proprio da qui che bisogna partire. Dal migliorare se stessi! Pertanto, per quanto concerne la propria evoluzione personale ed il progresso della società la soluzione risiede nel liberarsi da tutti i condizionamenti che impediscono la propria libera espressione e realizzare la propria essenza. Ciò implica ovviamente avere uno scopo (intenzione/vocazione) e fare tutto ciò che è necessario per realizzarlo.

Intimamente, nel profondo del nostro cuore, ognuno di noi sa quel che veramente vuole. Per questo è importante porci le giuste domande.

Amadeus Voldben diceva che “L’ideale è la sintesi migliore e più alta della vita di ciascuno.”

Insomma, è il motivo per cui sei al mondo, la tua raison d’être, il tuo perché.

È quel che vuoi tu veramente. Non quel che “credi di volere” o “credi di dover volere”. Non quel che vuole tuo papà, tua mamma, il tuo capo, la tua maestra di scuola, tuo marito, tua moglie.

Ma quello che vuoi tu!

Fondamentalmente, può trattarsi di qualsiasi cosa, e l’unica condizione è che non sia solo ed esclusivamente per interesse personale.

Si deve trattare di un obiettivo legittimo… e utile.

Si tratta dunque di essere disposti a fare dei sacrifici (abbandonando finalmente l’odio, la violenza, l’ipocrisia, l’egoismo… ed il proprio piccolo “io”) e consacrare la propria vita al servizio. Non più, dunque, vivere la vita indossando la camicia di forza della tradizione, delle vecchie abitudini e del giudizio altrui… Non più dare con l’intento di ricevere… o come spesso accade oggi, prendere senza dare mai nulla in cambio…. bensì donare… donarsi.

Picasso disse che "Il senso della vita è trovare il tuo dono. Lo scopo della vita è di regalarlo."

Non si tratta però di donare ciò che si ha… ma ciò che si è. Disse bene Kahlil Gibran: “Voi date poca cosa dando ciò che possedete. È quando donate voi stessi che donate veramente.” In fondo, è proprio così, non si fa dono della conoscenza ma dell'esperienza che diventa conoscenza: di se stessi.

 

PS: puoi vivere una vita intenzionale o conformarti alle aspettative degli altri. Non entrambe le cose!

“Come trovare un posto nel mondo a ciò che è venuto al mondo con me? Come far combaciare il mio significato con i significati ai quali mi si chiede di conformarmi?" James Hillman

 

 

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