Tecnologia: è da noi stessi che dobbiamo iniziare

formazione leadership Feb 05, 2018

Qualche giorno fa stavo giocando con mio figlio che sfrecciava per casa a bordo della sua macchina giocattolo.

Gli ho dunque fatto un piccolo filmato e l’ho inviato a mia moglie via WhatsApp.

Mentre stavo inviando il video, K. si era messo proprio da parte a me e stava "inviando anche lui un messaggio" con il telefonino giocattolo della sua macchinina (vedi foto)...

Questo per aprire la conversazione sulla tecnologia… e sui giovani.

A tal proposito, ci sono due cose da dire subito.

La prima è che non è corretto vietare la tecnologia ai giovani. Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto dei passi da gigante. Gli sviluppi sono stati davvero incredibili e nei prossimi anni verremo letteralmente investiti da uno tsunami tecnologici.I

Insomma, la tecnologia è e sarà sempre più presente nelle nostre vite. E in quella dei nativi digitali ancora di più. Vietare lo smartphone nelle scuole oppure non permettere che i ragazzi vengano a contatto con la tecnologia non solo è assai limitante ma decisamente involutivo. In fondo, questi (pc, smartphone, tablet) sono gli strumenti della nostra cultura, come lo erano arco e frecce per i nostri antenati.

La seconda cosa da dire è che prima di entrare nelle vesti del becero proibizionismo da primitivi digitali (che come sappiamo tutti non funziona!) dovremmo prima guardare a noi stessi… ma su questo torneremo fra un attimo.

Ora, oggi sappiamo che social media come Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat e affini (videogiochi compresi) possono diventare come una sorta di cocaina digitale e hanno una notevole influenza sui nostri livelli di dopamina. Può infatti crearsi una forte dipendenza proprio come accade con droga, alcol, gioco d’azzardo, pornografia ed è fonamentale sapersi relazionare in modo positivo con questi strumenti.

Per l'appunto, il problema non è la tecnologia.

La tecnologia è uno strumento… e come per ogni cosa, tutto dipende dall’utilizzo che ne facciamo.

Il punto è che noi dovremmo usarla la tecnologia… quando invece nella maggior parte dei casi è lei che usa noi… E proprio qui sta l'inghippo. Ad esempio, molti genitori si chiedono quanto tempo lasciare i figli davanti allo schermo (televisore, o pc che sia) e in svariati casi si parla di bambini che non hanno neppure due anni di età... “Lo lascio davanti alla tele solo per mezz’oretta, quando ho altro da fare” è comune sentir dire…

Personalmente, trovo molto preoccupanti i dati che emergono dalle più recenti statistiche e dalle quali si evince che i bambini assorbono in media dalle tre alle cinque ore di contenuti televisivi al giorno... così come mi rattrista vedere delle coppie che lasciano i bambini piccoli tutto il tempo davanti al loro smartphone o iPad (al ristorante, in sala d'attesa dal medico, dal parrucchiere, ecc.)

Come detto, il problema non è la tecnologia… Non è l’essere connessi alla rete…

Ma semmai l’essere totalmente disconnessi da noi stessi… e non essere più capaci a relazionarci positivamente con noi stessi, con gli altri, con il mondo che ci circonda.

E qui non si tratta di imporre dei limiti… ma di consapevolezza.

Come possiamo pretendere che i bambini o ragazzi non stiano ore e ore davanti a uno schermo quando siamo noi i primi ad avere il telefono sempre in mano?

Rispondi sinceramente: quante volte guardi il telefono al giorno?

La media pare sia 100+.

Quante volte controlli il feed di Facebook?

Quanto tempo passi in quella "ipnosi da scroll down” sui social media?

Quante fotografie hai fatto prima di pubblicare il tuo selfie su Instagram?

Passi mai un giorno senza telefono? E al giorno, passi mai almeno un’ora lontano dalla tecnologia?

E la TV? Quante ore passi davanti al piccolo schermo?

Credo che le risposte saranno di certo molto interessanti… ma qui non si tratta di un giudizio o di affliggerci se stiamo sbagliando qualche cosa…

Ammettiamolo: lo sviluppo tecnologico è stato davvero fenomenale negli ultimi decenni… e anche per quanto le nostre generazioni (quelli non nati in mezzo a tutta questa tecnologia, per intenderci) v'è da dire che ci siamo adattati abbastanza bene… ma non siamo ancora capaci a relazionarci in modo ottimale con questi strumenti.

È tutto nuovo e anche noi stiamo imparando… e non possiamo fare come tutti quelli che vorrebbero fermare il cambiamento perché lo temono… Al contrario, dobbiamo cogliere tutte queste opportunità di crescita e crescere insieme ai nostri figli.

Non è spiegando tutta questa tiritera ai bambini che loro imparano… Una cosa davvero molto importante che dobbiamo ricordarci è che i bimbi non imparano da ciò che diciamo… ma da quel che facciamo… da quello che noi siamo… e noi non possiamo di certo imporre questo o quel modo di fare… soprattutto se la nostra condotta non è più che esemplare. Sarebbe una grossa incoerenza educativa, come ve ne sono ancora molte purtroppo.

Disse bene Josh Billings: “Per far crescere un bambino nel modo in cui si dovrebbe, comportati in quel modo tu stesso una volta ogni tanto.”

Quel che sto cercando di dire è che dobbiamo iniziare da noi stessi.

Nei primi anni di vita i bambini sono come delle spugne super assorbenti e tutto ciò che facciamo viene modellato… ma anche dopo hanno bisogno dei punti di riferimento solidi… che oggi purtroppo non hanno.

Riusciamo a vederlo questo?

Non hanno bisogno solo della nostra presenza fisica o del balocco… Hanno soprattutto bisogno della nostra presenza (su tutti i livelli: fisico, emotivo, mentale, spirituale). Di adulti che mettono i loro bisogni prima dei propri e che si prendono cura di loro. Di essere considerati non come dei piccoli adulti che devono crescere in fretta per diventare qualcuno… ma come piccoli e grandi esseri che qualcuno lo sono già oggi.

Hanno bisogno di leadership ma come può condurre gli altri chi non sa condurre se stesso?

Oggi vi è un gran bisogno di una genitorialità consapevole, di un nuovo modo di pensare e di educare. Non sono le nuove generazioni che devono cambiare il mondo. Certo, lo cambieranno, ma noi dobbiamo essere di supporto, e non ostacolare i nostri ragazzi.

A questo proposito, è fondamentale rivedere i principi su cui educhiamo i nostri figli. In relazione a ciò, siamo chiamati a cambiare la cultura, iniziando dalla nostra psicologia. La nostra generazione è un vero e proprio "gate" fra le vecchie generazioni e quelle nuove. Un ponte attraverso il quale molte cose sono cambiate e stanno cambiando.

Sinora, abbiamo co-creato una società artificiale che inneggia all’egoismo/egocentrismo e che spinge tutto e tutti verso un conformismo fasullo. È tempo di promuovere l'amore altruisitico, e uscire da quell'ipnosi dettata dal marketing e dalla propaganda in cui ci siamo impantanati.

In questa società artificiale, dove tutti pensano solo per sé, la tecnologia ci ha isolati ancor più in noi stessi, allontanandoci da quel sentire profondo che non siamo più capaci di ascoltare… ma è proprio questo che dobbiamo imparare di nuovo a fare: riconnetterci con noi stessi.

È da noi stessi che dobbiamo iniziare.

PS. Personalmente, non sono favorevole ai divieti e ai proibizionismi ma va anche detto che i ragazzi vanno supportati per quanto riguarda l'uso della tecnologia. Dai 0-2 anni niente schermo. Dai 2-5 sono dell'idea che vada bene qualche ma con la dovuta moderazione, e anche un po' più grandicelli non è il caso di lasciarli davanti allo schermo troppo tempo. Anche se recenti ricerche sostengono che non vi sia nulla di male con i miei figli ho potuto constatare che stare troppo davanti alla tecnologia non è un bene e crea comunque nervosismo, passività, aggressività. Fondamentale essere un supporto anche per ragazzi più grandi (11-12 anni) e usare i vari strumenti con consapevolezza.

 

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