Tutti i tuoi problemi derivano dalla tua infanzia

educazione genitorialità consapevole imagosintesi leadership psicologia Sep 03, 2018

Sono passati molti anni da quando ero bambino e mi interrogavo sui motivi che spingono le persone a comportarsi in un certo modo…

Perché le persone si comportano così? Mi chiedevo, ed è proprio questa domanda che mi ha spinto a ricercare in modo approfondito le motivazioni alla base del comportamento umano.

Crescendo, le limitazioni della mia infanzia si sono trasformate in seri condizionamenti. Il disagio interiore mi accompagnava sempre, ma non ne comprendevo le cause. Vivevo una vita artificiale e vegetavo in un comportamento deviato e scorretto, all’insegna della sregolatezza e degli eccessi.

Avendo avuto modo di vedere e studiare gli effetti su me stesso e di essere un supporto per molte persone nella risoluzione dei propri condizionamenti, posso affermare con certezza che la radice di tutti i nostri problemi si trova nel periodo prenatale, nel modo in cui veniamo alla luce e nella nostra infanzia.

È qui che trovano la loro origine tutti i nostro problemi, e il denominatore comune è l’inconsapevolezza.


I fatti dimostrati e le conoscenze che abbiamo oggi confermano che,

"Il vissuto precedente la nascita e il modo di venire al mondo possono influenzare tutta la vita di una persona. Numerosi studi scientifici dimostrano che molti disturbi della salute e dell'equilibrio psico-fisico degli adulti hanno origine nella fase perinatale soprattutto quando questa si distanzia troppo dai meccanismi per i quali siamo biologicamente programmati." (Federazione Svizzera delle Levatrici).


Numerosi studi e ricerche sfatano il pregiudizio scientifico condiviso da Freud, che nega l'esistenza della vita psichica nel feto. Il bambino percepisce, prende forma, e un comportamento consapevole da parte dei genitori a partire dal concepimento non solo è indispensabile, ma vitale.


Come ha sottolineato Verena Schmid, ostetrica di fama internazionale, "La consapevolezza e il rispetto della nascita e della vita, la ricerca di una dimensione globale, relazionale e affettiva è la radice per armonizzare il mondo e favorire la crescita di bambini e adulti sani." Dello stesso parere molti altri, fra cui Abrahm Maslow e Mahatma Gandhi. Infatti, quando partiamo da questi presupposti, rispettiamo il bambino come individuo nella sua preziosa unicità, nella sua interezza e nelle sue necessità e bisogni.


Mettendo i suoi bisogni davanti ai nostri, e favorendo la sua libera espressione andrà in modo naturale verso ciò che è meglio per lui, come fra le altre cose dimostrano le ricerche di Maslow sull'argomento. 


Oggi vi è molta più informazione e consapevolezza di un tempo, ma per certi versi siamo ancora primitivi per quanto riguarda diversi aspetti dell'esperienza umana. Ad esempio, come ha scritto Alice Miller, "L'opinione pubblica è ancora ben lontana dall'aver consapevolezza che tutto ciò che capita al bambino nei suoi primi anni di vita si ripercuote inevitabilmente sull'intera società, che psicosi, droga e criminalità sono l'espressione cifrata delle prime esperienze."


A titolo personale, posso dire di aver indagato a fondo tutte le sfaccettature che sono alla base dei condizionamenti e di una varietà di problemi che limitano il nostro potenziale, causando sofferenza. Nel corso della mia vita, per trasformare i miei irrisolti mi sono dovuto confrontare con la mia storia personale e imparare a districarmi in quel labirinto che sono i nostri schemi interiori inconsci, portando a galla ciò di cui dovevo diventare consapevole. E questo, ovviamente, non riguarda solo il rapporto con i nostri genitori ma tutta una serie di circostanze e situazioni che hanno dato vita al proprio sistema di credenze e convinzioni.

Ci è voluto del tempo per dipanare la nebbia che offuscava la mia visione delle cose e fare chiarezza... e non sono di certo mancati i colpi di scena... arrivando addirittura a scoprire di essere un (probabilmente) un gemello sopravvissuto.

L'intento di questo mio post non è però quello di focalizzarmi su tutto quanto è emerso, ma piuttosto di rispondere alla domanda che mi ponevo da bambino, che mi ha portato a convalidare quanto James Hillman sosteneva: "La nostra vita non è determinata tanto dalla nostra infanzia, quanto dal modo in cui abbiamo imparato a immaginarla."

Qui non sto dicendo che non dobbiamo portare il nostro sguardo sul nostro passato... ma piuttosto che il nostro vissuto non deve determinare il nostro presente e il nostro futuro. È certamente importante rendere consapevole l'inconscio... in quanto le impressioni inconsce giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita... Sostanzialmente, l’inconscio è tutto ciò che è ombra, ma non in senso negativo. È tutto ciò che rimane nella parte oscura e nascosta... ed ecco perché bisogna renderlo consapevole: bisogna portare luce in tutto ciò che lì vi è e diviene ciò che è nascosto, non conosciuto, ma che influenza tutto ciò che siamo e facciamo.

In altre parole, si tratta di conoscere se stessi (e trasformare i propri irrisolti in un insegnamento evolutivo).

In qualsiasi modo, indipendentemente da quel che sia successo nel nostro passato, non dobbiamo rimanere impantanati nelle sabbie mobili del nostro vissuto. Come si usa dire, non possiamo cambiare il nostro passato, ma possiamo riscrivere la nostra storia. Possiamo reimmaginarla.

È nel presente che abbiamo il potere di agire, e non dobbiamo fuggire in improbabili vite passate (che sono più che altro delle proiezioni del vissuto passato di questa vita... che utilizziamo per difenderci, per sfuggire dalla sofferenza, collocando le esperienze significative al di là di questo tempo, così che siano lontane e separate...) o scappare un futuro di vane illusioni.

Quel che sto cercando di dire è che possiamo creare il presente e il futuro che vogliamo sulle basi della nostra volontà, e non dobbiamo per forza essere imprigionati nella biografia di una vittima che conduce ad una profezia che si auto-avvera.


Cambiare è possibile, ma dobbiamo avere la volontà di farlo.


Questo è uno dei problemi principali con cui siamo confrontati, in quanto sin dalla culla la nostra volontà viene letteralmente annientata da quel sistema di credenze di matrice illuminista che ancora oggi chiamiamo educazione. Il problema di fondo è proprio questo. Non si tratta solo di traumi infantili come possono essere le percosse o eventi traumatici per un bambino come possono essere separazioni, divorzi e simili.

Fatto è che sin da subito veniamo deprivati della nostra volontà personale per essere come gli altri vogliono. Dal XVIII secolo, l'educazione si è trasformata in una vera e propria trappola. L'asservimento e il maltrattamento delle coscienze sin dalla culla continua ad alimentare quello che Paolo Perticari ha definito un "disastro pedagogico che dura da tre secoli."


Vittime delle teorie, continuiamo a educare in un modo che si è distanziato dai meccanismi per i quali siamo biologicamente programmati. Infatti, ogni bambino viene al mondo biologicamente programmato per educare e realizzare se stesso... e ciò che il mondo adulto dovrebbe fare è favorire la sua crescita e sviluppo verso l'autonomia e indipendenza, supportandolo in ogni modo a realizzare ciò che vuole e trovare un posto nel mondo alla sua specifica vocazione. 


Attraverso metodi educativi obsoleti si costringe invece il bambino a costruirsi un falso sé, che poi governerà la sua vita. È successo a noi tutti. Educati a essere conformi alle aspettative ci siamo disconnessi dalla nostra parte più vera e autentica, creando una falsa immagine di noi stessi che avrebbe governato tutta la nostra esistenza, essendo proprio questa la premessa su cui abbiamo costruito la nostra personalità, il nostro stile di essere al mondo e le circostanze della nostra vita.

Dimentichiamo così di essere il nostro progetto di vita, camminando inesorabilmente verso la disperazione del rimpianto. 


Come aveva scoperto Prescott Lecky, noi non ci comporteremo mai in contraddittorio con la nostra immagine dell’io, con questo ritratto mentale che abbiamo dipinto di noi stessi sulla base delle esperienze del nostro vissuto. Come ha spiegato Maxwell Maltz, le nostre azioni, i nostri sentimenti, il nostro comportamento e anche le nostre capacità derivano dall'opinione che abbiamo di noi stessi: noi agiamo come il genere di persona che crediamo di essere e non possiamo fare altrimenti, neanche sforzandoci con il pensiero cosciente. Nelle parole dell’ideatore della Psicocibernetica: “Un essere umano agisce, sente e si comporta sempre in conformità con ciò che egli immagina essere vero riguardo a se stesso e al suo ambiente.”

Alla base di tutto c’è un sistema di credenze che abbiamo ereditato dalle vecchie generazioni e che abbiamo confuso per scientifico… Oggi dobbiamo però mettere tutto ciò in discussione e renderci conto che per migliorare la nostra qualità di vita (e anche per risolvere i problemi di natura transgenerazionale) dobbiamo mettere in discussione le nostre credenze e le nostre convinzioni, su noi stessi e sulla vita in generale.

Si tratta di riscoprire chi siamo veramente (o ricordarci chi siamo, sarebbe più appropriato dire)…

…di concepire se stessi, l'Esistenza e tutto ciò che si proietta dinanzi a sé in modo nuovo... e rivedere tutte quelle teorie dell’esperienza umana che ancora continuano a influenzare negativamente il nostro presente, continuando a mietere vittime.

Dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con le immagini mentali della nostra infanzia, smetterla di minimizzare l’esperienza infantile e iniziare a guardare alla vita con occhi diversi.

Cambiare è possibile.

I nostri schemi di comportamento non sono predeterminati e invariabili come la psicologia di un tempo ci spingeva a credere. Cambiando il nostro modo di pensare e relazionarci con le nostre immagini mentali possiamo cambiare vita.

Questo manuale spiega come.

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