Educazione e bambini: vitalità soffocata dalle teorie

educazione formazione leadership Mar 12, 2018

Sei una mamma o un papà? Molte sono le voci che cercano di dirti cosa fare.

Devi fare così… perché l’ho sentito dire in televisione!

No… no… non va mica bene allattare dopo tot. mesi… l’ho letto su una rivista mentre ero in sala d’aspetto, dal dentista.

Ah, no eh, così l’alimentazione è totalmente sbagliata… lo ha detto il Dottor Pinco Pallo alla radio!

"A quei piccoli tiranni bisogna far capire chi comanda... chi è l'autorità!"

"Non sta mai fermo... sarà mica iperattivo...?"

Questi sono solo alcuni sporadici esempi… Di sicuro, se sei una mamma o un papà ne puoi trovare a migliaia (se ti va, condividine qualcuno sotto il post! ;-))

In ogni modo… le teorie abbondano, così come i sedicenti esperti.

Tanti luminari. Tanti guru. Tanti coach.

E come conseguenza, molti genitori sono confusi per quanto riguarda la crescita dei propri figli.

In realtà, siamo vittime delle teorie… avendo delegato il nostro potere personale e la nostra autorità interiore… all’esterno.

Se per questo, siamo anche vittime di persone che si basano solo ed esclusivamente sulle teorie che hanno appreso e che poi dicono frasi tipo “Io ho studiato” (e quindi: "ho ragione io dall’alto del mio piedistallo e voi che non sapete nulla mi dovete ascoltare!") o propinano qualche titolone di studio per farsi grandi… Ma in verità, molti di costoro non hanno neanche mai fatto esperienza di ciò che professano ed è proprio questo che trovo assurdo (molti fra educatori e psicologi non hanno neanche mai visto né avuto a che fare con un bambino in carne ed ossa nel suo habitat naturale in tutto il loro corso di studi, che ovviamente ha condizionato la loro visione delle cose, e magari neppure dopo).

Insomma… è un po’ come il dottore della mente che viene a farti la morale sulle dipendenze con qualche tiritera studiata sui libri ma non ha mai bevuto degli alcolici né fumato o essersi confrontato con problematiche del genere in vita sua.

Certo, qualcuno potrà magari contestare… è risaputo che alcol, fumo, droghe, et cetera bene non fanno… e su questo sono perfettamente d’accordo… ma vi è anche da dire che se non si è fatto esperienza di qualcosa… non si può conoscere a fondo la tematica e dunque non si può essere di grande aiuto…

Molto semplicemente: non si fa dono della conoscenza (illusoria) ma dell’esperienza che diventa conoscenza.

Detto questo, torniamo a quanto stavo dicendo.

Fatto è che ci siamo allontanati troppo dalla nostra vera natura… dalla nostra verità interiore… e dai meccanismi per cui siamo biologicamente programmati.

Eh sì, perché noi siamo biologicamente programmati in un certo modo… ma troppo spesso in questa nostra società moderna quel che facciamo va controcorrente.

Personalmente, io credo che il problema con cui siamo confrontati è l’inibizione della libera espressione… e della vita... attraverso l'educazione (per chi sostiene il contario, o cerca delle conferme: dalle ricerche condotte dalla società Gallup in 141 paesi nel 2013 e in 155 nel 2017 emerge che 9 persone su 10 non trovano un senso in ciò che fanno, che è come dire che vivono una vita insensata; il rimpianto più comune delle persone in punto di morte è quello di non aver avuto il coraggio di fare ciò che veramente avrebbero voluto, ma di essere invece scese a compromesso con le aspettative degli altri; la depressione è ormai la malattia più diffusa... che si sia perso il senso della vocazione e della vita mi sembra palesemente dimostrato).

E questo, è un problema di proporzioni globali che riguarda l’educazione moderna… e le varie teorie sull’argomento.

A tal proposito, credo sia anche importante notare che possono essere anche teorie vecchie, e non per forza sbandierate alla televisione o sui giornali nel presente, ma che hanno largamente influenzato il sistema mentale collettivo… Insomma, sono penetrate a fondo nell’inconscio collettivo e continuano a creare problemi ancora oggi, di generazione in generazione...

Semplicemente, siamo altamente condizionati da idee imperfette che abbiamo ereditato e fatichiamo a mettere in discussione continuando a mietere vittime attraverso dei metodi educativi assolutamente limitanti e controproducenti.

Purtroppo, ancora oggi la relazione adulto-bambino è considerata unilaterale e l'individualità dei bambini non è rispettata (il bambino non gode dello stesso rispetto che l'adulto invece pretende!).

Non meraviglia. Secondo la vecchia ideologia pedagogica la volontà del bambino deve essere stroncata nei primi anni di vita, cosicché lo si possa plasmare a proprio piacimento. Neppure la psicologia tradizionale aiuta, considerando il bambino come un vuoto creativo da riempire con le nozioni della cultura dominante... E neppure il pensiero della maggior parte degli educatori, i quali da secoli sostengono che non è mai troppo presto per educare un bimbo all'obbedienza...

Così, non si permette al bambino di essere e divenire ciò che è...

Il mondo adulto viene imposto su di lui.

Deve rinunciare a se stesso.

Deve genuflettersi alla volontà altrui: deve conformarsi alle aspettative e essere come gli altri vogliono.

Insomma, da bambini siamo tutti venuti al mondo biologicamente programmati per educare e realizzare noi stessi... ma poi succede che il mondo, con le sue regole, i suoi divieti, i suoi tabù, i suoi limiti ci viene imposto.

La nostra libera espressione viene inibita.

La nostra immagine divina violentata dai condizionamenti.

Veniamo così addomesticati come dei cani, attraverso un sistema di punizioni e ricompense che ci porta a sviluppare una falsa immagine di noi stessi. Un senso di identità totalmente distorto che ci porta a vivere la vita sulle basi delle aspettative che famiglia e società nutrono nei nostri confronti, piuttosto che fare ciò per cui siamo nati, e che è per noi necessario compiere e realizzare.

Non dobbiamo inoltre dimenticare che quando il mondo ci viene imposto e cresciamo in un ambiente dove non possiamo godere di autonomia personale, e tutto il tempo ci viene detto come dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare, perdiamo il contatto con la nostra parte più profonda e con i desideri del nostro cuore. È infatti attraverso questo processo che la nostra libera espressione viene soffocate ed è così che poi rivoltiamo le nostre energie psichiche contro noi stessi.

Ma tutto questo non è frutto del caso (qui trovi la breve storia della scuola e dell'educazione).

Su questo tema, proviamo un po’ a leggere le argomentazioni di Johann Sulzer che risalgono al 1748: “È del tutto naturale che l’anima voglia avere una volontà propria e, se non si è lavorato con cura nei primi anni, in seguito la meta sarà più difficile da raggiungere. Questi primi anni presentano, tra l’altro, anche il vantaggio che si può far uso di violenza e di mezzi di costrizione. Con il passare degli anni i bambini dimenticano tutto ciò che è loro occorso nella prima infanzia. Se si riesce a privarli della loro volontà in quel periodo, poi essi non ricorderanno mai più di averne avuta una, e il rigore di cui si dovrà far uso, proprio per questo motivo non avrà conseguenze deleterie.”

Questa citazione la possiamo trovare anche in un libro di Alice Miller (La persecuzione del bambino), e come lei stessa sottolinea, è stupefacente vedere quante nozioni di psicologia avesse questo educatore vissuto più di duecento anni fa…

Vero che con il passare degli anni il bambino dimentica.

Falsa la conclusione: le conseguenze deleterie ci sono eccome! (o viviamo forse in un mondo di persone tutte gioiose, in armonia e in pace con sé stesse?).

A tal proposito, la psicoterapeuta e saggista svizzera dice una cosa molto importante, che trascrivo qui:

La gente comune, non specialista in materia, torna sempre a obiettare che esistono persone che hanno superato un’infanzia oggettivamente difficile senza per questo diventare nevrotiche, mentre altre persone che sono cresciute in un cosiddetto ‘ambiente protetto’ sono sofferenti di disturbi psichici. Ciò andrebbe quindi imputato a una disposizione innata, mentre andrebbe negato l’influsso dei genitori.

(…)

Le nevrosi e le psicosi, infatti, non sono dirette conseguenze di reali frustrazioni, bensì l’espressione della rimozione di traumi. Quando si tratta soprattutto di educare i bambini in maniera che essi non si accorgano del male che si fa loro, delle cose di cui li si priva, di ciò che essi perdono, della persona che avrebbero potuto essere se educati diversamente, e di chi essi siano in realtà, e qualora questa educazione si applichi sufficientemente in tempo, allora in seguito l’adulto — a prescindere dalla sua intelligenza — vivrà la volontà degli altri come se fosse sua propria.

Come potrà mai infatti sapere che la sua volontà è stata stroncata, dal momento che non gli è mai stato consentito di farne esperienza?

Proprio in questa potrà essere la causa del suo ammalarsi. Invece un bambini che abbia magari vissuto fame, peregrinazioni, bombardamenti, sempre però sentendosi preso sul serio e rispettato come una persona autonoma dai propri genitori, non si ammalerà per via di quei traumi reali. Ha persino la possibilità di conservare dei ricordi di quelle esperienze (perché ve l’hanno accompagnato persone di riferimento a lui affezionate) e arricchire in tal modo il proprio mondo interiore.

Con questo, quel che sto cercando di dire è che in fondo al nostro cuore noi sappiamo cosa è giusto e cosa invece non lo è (e che vi sono dei bisogni che sono universali/individuali e reali).

Per quanto riguarda i bambini, una mamma è biologicamente programmata per rispondere ai loro reali bisogni… ma il problema è che molte mamme hanno delegato la loro autorità alle teorie… Teorie che sono alla base della società deviata in cui viviamo, perché sono all’origine dei problemi.

Per spiegarmi meglio… se un bimbo piange è perché vuole comunicare qualcosa e non perché sta facendo i cosiddetti “capricci”… Secondo natura, se mio figlio piange, io cerco di consolarlo e di capire perché piange… che cosa mi vuole comunicare… qual è il suo reale bisogno in quel momento… Vi sono invece delle assurde teorie… che vengono anche messe in pratica… che ti dicono di lasciarlo piangere… che prima o poi smette!

Non è forse pazzesco (oltre che traumatico) tutto questo?

Io nei miei primi mesi di vita piangevo sempre. E cosa disse un pediatra a mia mamma? “Lo lasci qui da noi che lo mettiamo in una stanza per un paio di giorni e vediamo se non la smette!

Ora, questo è un esempio fra tanti… (di quanta insensibilità c'è nei confronti della realtà infantile).

Malauguratamente, ci sono sin troppi esempi che dimostrano la totale incapacità di molti, che hanno studiato a memoria le loro teorie ma che della natura umana ci capiscono ben poco.

Ciò non meraviglia... Infatti, la psicologia che abbiamo abbracciato e che tanto fatichiamo a mettere in discussione nasce da una visione pessimista e deterministica dell’essere umano e sinora ha studiato solo le deviazioni, rendendole la normalità.

È dunque importante riconnetterci in noi stessi e comprendere che siamo letteralmente governati da un sistema di credenze che considera “normale” e “ordinario” tutto ciò che è altamente depotenziante per l’individuo e per la collettività.

Un sistema che ci obbliga a rinunciare a noi stessi…

Eh sì… perché è proprio questo che il bambino deve imparare sin da subito: a rinunciare a ciò che è. Non a caso, in passato ma anche adesso, avere delle idee proprie e una volontà personale era considerato un affronto… una sorta di ostinazione… di testardaggine… che andava combattuta. E così si è continuato a fare nel corso degli anni… annientando il nostro lato fanciullesco, infantile, giocoso… e vivace! (e anche femminile se per questo, visto che la nostra cultura patriarcale ha letteralmente ucciso qualità come immaginazione, intuizione, sentimento, et cetera a favore del rigido raziocinio).

Questo è il soffocamento della propria vitalità… della propria libera espressione… a favore di una verace e rigorosa obbedienza o sottomissione psichica.

[Ovvio: vitalità, creatività, coraggio, audacia, motivazione, leadership sono tutte qualità che il sistema in cui viviamo e lavoriamo reprime in modo sistematico... mica si possono controllare delle persone che godono della propria autodeterminazione... Ma dobbiamo tener presente che siamo oggi in una nuova economia... che non premia più conformismo e docile remissività... come nei secoli scorsi...].

Insomma… il sistema educativo moderno non mira di certo allo sviluppo delle potenzialità dell’individuo… ma a partorire docili e obbedienti soldatini pronti per il lavoro nelle fabbriche. Accondiscendenti cittadini che seguono gli ordini e che non mettono mai in discussione l’autorità...

Un meccanismo perverso che ci ha portati ad oggi… in un mondo dove i bambini vengono al mondo attraverso persone che non sanno neppure perché sono al mondo ma che cercano di imporre il loro mondo… con tutte le sue teorie… su di loro.

Questo deve cambiare.

La nostra cultura deve cambiare.

E il punto di partenza sono proprio i neogenitori.

Dobbiamo smetterla di essere vittime delle teorie e dare così tanto potere agli altri, e ritrovare noi stessi. È fondamentale riscoprire chi siamo. Riscoprirci. E modificare il punto di vista con cui guardiamo il mondo...

A mio parere, tutte le teorie dell’esperienza umana vanno riviste, a partire dal concepimento ed è fondamentale partire dai bisogni reali del bambino. In fondo, basta osservarli, i bambini, con la volontà e l’intento di comprenderli, capirli, rispettarli, amarli e rispondere in modo consapevole ai loro bisogni... e permettere loro di scegliere in base alla loro volontà personale (sì, ne hanno una!) e di essere/divenire ciò che sono!

Non è poi così difficile. Impegnativo sì, ma non difficile (e te lo posso dire per esperienza personale essendo papà di tre bimbi).

Dunque, lascia stare tutte quelle teorie e inizia ad ascoltare/ascoltarti e seguire quella verità interiore che dentro di te ti attende.

 

La società moderna non insegna ai bambini a pensare... ma a cosa pensare! Il risultato lo si può vedere a occhio nudo. L'intento di questo libro è dunque quello di spiegare, in modo semplice e facilmente comprensibile i meccanismi del pensiero e condividere delle efficaci strategie e tecniche per poter utilizzare al meglio questo favoloso strumento; contribuendo così al percorso evolutivo del lettore verso la realizzazione del sogno che porta nel cuore: della propria immagine divina. È dedicato ai Millennials, ai bambini di ogni età… e ovviamente a tutti i genitori, che sono invitati a insegnare l'arte di pensare bene ai loro figli (leggi l'estratto del libro su questo link).

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