Educazione o manipolazione millenaria?

educazione May 15, 2018

Charlotte Iserbyt, che lavorava per il Dipartimento dell’Educazione all’epoca dell’Amministrazione Reagan, ha affermato che l’educazione è stata deliberatamente dirottata, con il perverso intento di istupidire le genti, distruggere il libero arbitrio delle persone, e renderle totalmente incapaci di pensare e agire in modo diverso da quello imposto dalla stato, subordinato alle corporazioni: una strategia a lungo termine per manipolare e schiavizzare le menti, eliminando l’identità individuale a favore di un conformismo fasullo, e riducendo l’autodeterminazione al credere di “dover volere” imposto dalla società (leggi qui per scoprire la vera storia della scuola e dell'educazione).

Queste non sono solo delle teorie complottiste, ma sono parole comprovate dalle ricerche e ampiamente dimostrate con tanto di documentazione (per approfondire questa tematica, oltre al lavoro di Charlotte Iserbyt, consiglio anche i libri di John Taylor Gatto).

Se però andiamo a dare un’occhiata ai sacri principi educativi, che sono legati a sottomissione, obbedienza e negazione di se stessi, possiamo trarne l’inferenza che l’educazione non sia stata deviata solo nel recente passato… ma che sia frutto di una ideologia che trova la sua origine centinaia, migliaia di anni fa. Su questo argomento, un passaggio molto interessante tratto dal libro di Alice Miller (Il bambino inascoltato):

“Il precetto pedagogico secondo cui il bambino non deve accorgersi di ciò che gli viene fatto è di gran lunga anteriore ai dieci comandamenti. Nella nostra cultura esso interviene sin dalla creazione del mondo. C’è forse da meravigliarsi che preferiamo assumerci l’inferno della cecità, dell’alienazione, dell’essere maltrattati e ingannati, della sottomissione e della perdita di Sé, pur di non perdere quel luogo chiamato Paradiso, per la cui sicurezza dobbiamo pagare un prezzo così alto?

La storia delle sofferenze dell’umanità pare sia incominciata con la cacciata dal Paradiso. Ma non potremmo spostare ancora più indietro questo inizio immaginario? Come possiamo oggi avere ancora nostalgia di un Paradiso, in cui all’uomo fu imposto di tollerare acriticamente e docilmente le contraddizioni, ossia di fatto di restare sempre allo stadio del lattante? Poiché ciascuno di noi ha appreso nella sua infanzia a ignorare le contraddizioni dei genitori, in seguito non si accorgerà più per nulla di altre contraddizioni o, qualora le noti, cercherà di integrarle in sistemi filosofici o teologici. La storia del Paradiso perduto simboleggia lo struggente desiderio dell’uomo che vorrebbe ritrovarsi alle origini della sua esistenza in uno stato privo di sofferenza; tale nostalgia si unisce però all’esperienza rimasta inconscia, e pur tuttavia registrata dentro di noi, che quello stato non poteva però essere del tutto perfetto, se il prezzo da pagare era la perdita del Sé.”

L'origine di tutti i nostri problemi deriva da una immagine distorta che abbiamo di noi stessi, sviluppata attraverso un'educazione finalizata a spezzare la nostra volontà e plasmarci secondo la concezione di genitori, educatori, ideologia sociale.

La buona notizia è che cambiare è possibile.

I nostri schemi di comportamento non sono predeterminati e invariabili come la psicologia di un tempo ci spingeva a credere. Cambiando il nostro modo di pensare e relazionarci con le nostre immagini mentali possiamo cambiare vita.

Questo manuale spiega come.

Photo by Omar Lopez on unsplash

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